Così Gianpaolo Avanzi faceva innamorare la gente degli occhiali

Il 20 aprile è scomparsa una delle figure più conosciute del secolo scorso nel settore, capace di avviare oltre trenta negozi in poco più di un decennio, poi ceduti a Pearle Europe

Gianpaolo Avanzi (nella foto principale) nasce nel novembre 1944 a Bologna: qui inizia sin da ragazzo a lavorare in alcuni centri ottici della città. Si appassiona così tanto al mestiere che va a Firenze a frequentare la scuola di ottica, dove si diploma, specializzandosi successivamente in optometria. Nel 1966 apre il suo primo negozio, in via degli Orti, zona periferica del capoluogo emiliano, con l’insegna Avanzi-Gli occhiali più belli del mondo, che lo accompagnerà per tutta la successiva crescita esponenziale: tra il secondo punto vendita, avviato nel 1989 all’interno del centro commerciale Il Borgo, hinterland bolognese, e l’ultimo passano appena una decina d’anni, ma in totale saranno oltre trenta, tutti di proprietà o in società. Alla fine dello scorso millennio decide di cederli in blocco a Pearle Europe. «Era una di quelle proposte cui non potevi rinunciare - commenta a b2eyes TODAY Gabriele Avanzi, nipote di Gianpaolo insieme al fratello Massimo e ai cugini Sonia e Alessandro, che hanno collaborato attivamente con lo zio fino alla cessione dell’insegna - Il boom lo abbiamo avuto negli anni 90, in concomitanza con quello dei centri commerciali, dove abbiamo portato un’ottica con stile professionale: ogni negozio era diverso dall’altro e proponeva anche merceologie una differente dall’altra, con un sistema di premialità per i clienti che entrassero almeno in cinque di questi. I primi dodici sono stati aperti nell’orbita bolognese, in seguito ci siamo espansi a Milano, con lo storico centro ottico di via Solferino, a Lodi, a Vigevano, persino nelle Marche e in Piemonte, nonché in Romagna».

Dopo aver venduto il brand, Gianpaolo ne rimane per un breve periodo alla guida sotto la nuova proprietà, di fatto per un passaggio di consegne. Poi si dedica ad altri business e ad altre passioni, senza più rimettere piede nell’ottica. «All’inizio degli anni 70 conosce il mondo delle lenti a contatto, se ne innamora e nei due decenni successivi il centro ottico di via degli Orti diventa uno dei più importanti per le lac specialistiche a Bologna, con clienti da tutta Italia - prosegue Gabriele - Gianpaolo è stato anche uno dei primi imprenditori a far sposare la moda con l’occhiale, convinto che non fosse sufficiente restare dietro il banco per proporre una mera protesi, ma che i negozi dovessero diventare ambienti conviviali in cui scegliere la montatura più adatta, senza trascurare ovviamente la parte professionale: in poche parole, era capace di far innamorare la gente degli occhiali. Fu anche uno tra i primi a credere nella vendita self service, anche se sempre assistita nei suoi store».

Lo stesso Gabriele ricorda che è stato lo zio ad aver scelto di vendere l’insegna. «Eravamo grandi tra i piccoli e piccoli tra i grandi: c’era la volontà di avviare un eventuale progetto in franchising, poi è arrivata questa proposta irrinunciabile, che tra l’altro voleva far diventare Avanzi un’insegna nazionale - sottolinea - Lavorare con lui è stata la più grande fortuna che i miei cugini e io abbiamo avuto, perché ci ha trasmesso tutto quello che oggi sappiamo fare: questo significava essere disponibili anche 15 ore al giorno e andare persino nei cantieri a montare i negozi. Ci ha comunicato una visione artigianale e imprenditoriale, al tempo stesso, di questa professione, ma sempre rispettandone i codici deontologici».

Un istrione: così Alessandro Avanzi sintetizza la figura dello zio. «Sono stato il primo ad aver iniziato a lavorare con lui, all’alba degli anni 80: la ricordo come un’esperienza tanto impegnativa quanto affascinante - racconta al nostro quotidiano - Era una persona che, siccome chiedeva molto, umanamente sapeva dare altrettanto e ha fatto sì che avessero molto anche tutti quanti lo circondavano».

Alla notizia della sua morte sono state numerose le testimonianze di cordoglio, soprattutto attraverso i social. Come quella di Ernesto Rocchi di Arteco, la società di arredo con cui Avanzi collaborava per i propri negozi, che su Instagram definisce Gianpaolo «un grande amico e un fantastico visionario». O di Daniele Voltini, che ne prese il testimone alla guida dell’insegna sotto la nuova proprietà. «Eri una persona speciale e un imprenditore di quelli che lasciano il segno. La nostra vita si è incrociata in diverse occasioni, prima come concorrenti, poi come colleghi e successivamente sono stato chiamato a portare avanti l’azienda che avevi creato - scrive su Facebook l’ex manager - Avevamo modi completamente diversi di gestire il business, ma tra noi c’è sempre stata stima e rispetto reciproco e sono certo che tu fossi orgoglioso dei risultati raggiunti anche dopo la tua uscita dall’azienda».

Anche nella città di Bologna si è diffusa rapidamente la notizia della scomparsa dello storico imprenditore, specialmente tra i colleghi che lo hanno conosciuto, rispettato e persino criticato. «Gianpaolo Avanzi era una grande miniera di idee: vulcanico, forse troppo avanti rispetto ai tempi nell’ambito di una categoria silente e adagiata, per certi aspetti addirittura controverso - dice a b2eyes TODAY Roberto Cerioli, ultimo titolare dell’omonimo negozio di ottica, attivo in via Indipendenza per oltre ottant'anni - Ricordo, tra le sue molteplici iniziative, che ha organizzato incontri televisivi, anche con gli oculisti, su un’emittente locale, in cui si parlava e si discuteva di ottica» (nella foto sopra, un evento degli anni 90 allo storico negozio Avanzi di via degli Orti, dove è intervenuto l'allora pilota di Formula Uno Giancarlo Fisichella, al centro: a sinistra, Gianpaolo Avanzi; a destra, in senso orario, i nipoti Massimo, Alessandro e Gabriele).

A.M.

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