Gli occhiali parlano? Dipende

Si fa molto uso oggi del termine storytelling, anche nell’occhialeria. La seconda parola abusata è narrazione, come se il genere umano avesse imparato a raccontarsi solo all’alba dell’intelligenza artificiale. In trent’anni di esperienza nel marketing sono sempre stato colpito da mode lessicali che, inesorabilmente, sono poi evaporate nella sostanza dei fatti o erano semplicemente cloni ammodernati di concetti basilari del mestiere

Così, per non sbagliare, sono andato alla fonte della comprensione della parola storytelling e ho ascoltato una lezione online di Alessandro Baricco, colui che ha creato la scuola di scrittura Holden e ne ha recentemente lasciato le redini alla Feltrinelli in seguito a una dura malattia e al conseguente recupero.

Baricco, in poco meno di un’ora, espone il suo credo al riguardo con una massima chiara e inequivocabile: “sfila i fatti dalla realtà e tutto il resto è storytelling”. Potrei aggiungere, da amante dell’arte moderna, il famoso concetto di Magritte: “questa non è una pipa”. Nei fatti, gli oggetti per come vengono rappresentati non sono sempre gli stessi. Come la pipa di Magritte, essendo disegnata, non poteva essere fumata, molte montature non possono parlare, perché in esse non è presente in origine una storia.

La seconda grande lezione di Baricco è, infatti, quella che le storie nascono con i loro oggetti. Sono inseparabili. Il nostro compito non è perciò aggiungere storie bensì “scovare” quelle montature che le custodiscono, saperle ascoltare e raccontarle ai clienti.

Lo storytelling rappresenta una tecnica sofisticata ma vive spontaneamente nelle viscere di chi ha creato prodotti con un’anima dentro e ha avvertito la responsabilità di narrarli. All’ultimo Mido ne ho incontrato qualcuno e ho sentito i loro occhiali “parlare” come se l’acetato, il titanio o il metallo fossero complici della nostra vita piuttosto che spettatori.

Gli occhiali che parlano non è solo una metafora: diventa una vera strategia di mercato. Per chi li produce, il modo di poter essere scelto non solo per un prodotto ma anche per la storia che contiene. Per il retail, l’elevazione da una vendita fredda a una calda, dettata dalla conduzione di valori e sentimenti che non possono che far innamorare il cliente.

Un consiglio per iniziare? Allenatevi a “sentire” le storie degli oggetti che vi circondano. Avvicinatevi a un casolare di campagna fatiscente e concentratevi sulle urla di gioia dei bambini che un tempo invadevano il cortile, sul cigolare delle ruote dei carri, sul chiacchiericcio delle donne al lavoro sotto i portici. Allora sarete pronti anche a far parlare gli occhiali che hanno una storia da raccontarvi.

Nicola Di Lernia

Professione