L’altra faccia di Mido

È quella del mondo medico: grazie agli eventi presso l’Otticlub organizzati dall’editore di questa testata e ai talk del B2Eyes TG, all’ultima edizione del salone luminari dell’oculistica ci hanno aggiornato su temi delicati della vista, giovane e adulta

Il Mido è la kermesse mondiale numero uno dell’occhialeria e dell’oftalmica e di tanto altro, ma ha raramente dato ampio spazio alla relazione con gli oftalmologi, sebbene una buona parte degli occhiali da vista in Italia nasca da una ricetta dell’oculista. Forse perché il mondo ottico spesso nasconde sotto il tappeto questo aspetto, soprattutto a fronte della percezione superiore che mediamente ha il portatore dell’occhiale da vista su prescrizione oculistica. Sembra invece più forte il rumore di fondo di chi cita il presunto mito che i medici consiglino ai presbiti solo occhiali premontati e dissuadano il loro paziente dallo spendere troppo dall’ottico: spesso, infatti, nel nostro settore si ignora ancora come il rapporto con la classe medica, auspicabilmente destinato a crescere, sia un’opportunità per il centro ottico.

A Mido 2024 ho avuto il piacere di confrontarmi con oftalmologi di altissimo livello su argomenti che non possono non incidere sulla nostra società, i cui contenuti saranno disponibili a breve sul portale di questa testata. Con Lucio Buratto e Luigi Marino è stato affrontato il tema dell’occhio secco e di come questa patologia stia diventando in assoluto la prima rilevata nei loro studi: non ha più a che fare solo con gli adulti, in particolare con le donne in fase di menopausa, ma anche con i giovani alle prese con device digitali e smog. Con Marco Mazza si è dialogato sulla miopia giovanile e della necessità che il bambino debba essere visto entro il primo anno di vita da un oculista. E che, inoltre, vada preparato alla scuola e alla visione della lavagna con particolare attenzione da parte dei genitori insieme ai loro ottici di riferimento. Con Paolo Nucci si è condivisa l’evoluzione della “miopidemia”, un neologismo da lui coniato nella fase pre-pandemica a indicare come i giovanissimi oggi siano bersaglio di miopie pericolose e galoppanti. Lo stesso Nucci ha citato le lenti per la gestione della progressione miopica come un caso di successo nel dialogo tra oculista e ottico optometrista: la stessa terapia farmacologica utilizzata dall'area medica può trovare nella soluzione oftalmica un abbinamento di successo, con evidenze significative di decelerazione della miopia. Infine, con Francesco Bandello si è discusso della lenta erosione del mondo oftalmologico dalla sanità pubblica a tutto vantaggio dell’oculistica privata: una scelta politica che probabilmente condurrà la classe medica a un nuovo modo di vedere la professione e il rapporto con interlocutori come gli ottici stessi. Infine, con Francesco Loperfido sono state analizzate le diverse sfumature della visione alla guida per un motociclista, per un guidatore sportivo o di un Suv o per un camionista, che fanno credere come anche questo segmento sia stato sottostimato dal mondo ottico.

Ci sono numerosi spunti di riflessione emersi da questi dialoghi per chi nel nostro comparto sa ascoltare e agire di conseguenza. Non fermiamoci ai presunti miti del consiglio sul premontato: sarebbe sciocco perdere l’opportunità di consolidare la collaborazione con la classe medica mantenendo i sacchi di sabbia sulle finestre. Sciocco e presuntuoso.

Nicola Di Lernia

Professione