Salerno: da Ottica Bisogno il museo dell’occhiale è un vero tempio

All’interno del nuovo punto vendita aperto il 10 settembre il professionista, titolare di altri quattro centri nella medesima provincia, ha inaugurato uno spazio espositivo che ospita i numerosi pezzi rari collezionati in quasi venti anni di passione per un oggetto che secondo lui va “osannato”

Collezionista oltre che ottico e grande appassionato di arte, il titolare Massimo Bisogno ha spesso ideato eventi legati a questo mondo nell’ambito della sua attività. Anche nell’allestimento dei suoi negozi, il primo avviato nel 1991 a Roccapiemonte, seguito da quelli di Baronissi, San Gregorio Magno e Torchiara, da tempo seleziona ed espone opere di artisti, «che creano la comunicazione nel punto vendita: una scelta strategica fatta circa quindici anni fa», spiega l’ottico campano a b2eyescom. Ma con l’apertura del museo dell’occhiale (nella foto) nel nuovo centro ottico di via Conforti questa sua passione ha raggiunto l’apice. Il negozio, oltre 120 metri quadrati in centro a Salerno, è disposto su tre livelli, il secondo dei quali ospita la sua ricca collezione, un angolo bar e una piccola libreria con i testi che il professionista ha consultato per documentarsi sulla storia degli occhiali. In esposizione tanti pezzi rari, come un primo modello glasant giapponese del diciassettesimo secolo con aste pieghevoli, un astuccio in pelle di pescecane e, ancora, occhialini in oro, o fassamani con il manico in argento sbalzato. «Sono oggetti in cui c’è una cura del dettaglio estrema – commenta Bisogno - Non ci siamo inventati l’occhiale gioiello, è nato prezioso, in avorio, in oro, corno, ed era tenuto in grande considerazione». 
Ma come è riuscito a reperire oggetti simili? «Girando per l’Europa, visitando il Mercante in Fiera a Parma, ma anche mercatini e antiquari dove ho trovato esemplari interessanti: ho creato così una collezione di circa 60 pezzi, grazie anche alla consulenza di un amico archeologo, Teobaldo Fortunato», risponde Bisogno. Questa collezione, nata principalmente per lui, Bisogno ha poi deciso di metterla a disposizione di tutti. «A quanto mi risulta, ci sono solo due ottici privati che hanno intrapreso un percorso del genere, a Berlino e ad Amsterdam – continua - Quella dell’occhiale è una storia che dovremmo fare conoscere al grande pubblico, data l’importanza monumentale che ha avuto dal ‘500 in poi nello sviluppo dell’arte. Se non si fosse inventato l’occhiale, il corso della storia della cultura non sarebbe stato quello che conosciamo oggi: pensiamo a tutti i grandi personaggi divenuti presbiti a 50 anni, come avrebbero fatto senza. Andava creato, più che un museo, un tempio dove poterlo osannare e ammirare, dove chi entra si rende conto che rappresenta bellezza, è un oggetto utile, non banale: volevo dargli un valore più spirituale». 
Obiettivo dell’imprenditore campano è anche coinvolgere le scuole, elementari e medie. «L’occhiale va trasmesso subito nella sua importanza e nella sua storia, soprattutto a un’età in cui molti giovanissimi iniziano a utilizzarlo: vorrei che comprendessero che non è un dramma portarlo, che lo ammirassero perché utile e prezioso - conclude Bisogno – Ma al di là della volontà didattica, oggi si parla tanto di marketing emozionale, di storytelling: per me tutto ciò che è oggi il marketing dell’ottica si racchiude nel museo dell’occhiale». Alle persone particolarmente interessate Bisogno fa da guida, ma sta lavorando anche a un piccolo catalogo e, nel frattempo, ha fatto realizzare un depliant informativo e un video con la storia dell’occhiale che viene trasmesso su un monitor all’interno del museo.
N.T.

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