Sei di nicchia o di design?

Negli ultimi cinque anni il tema dell’occhiale di bellezza è entrato nell’immaginario collettivo degli ottici italiani con successi alterni e risultati più o meno concreti. Da un manipolo di carbonari a uno sciame di interessati e interessabili

Da pochi giorni si è conclusa, nuovamente a Bari, la sesta edizione di Design Your. Dopo il passo troppo lungo di Roma gli organizzatori hanno riproposto più artigianalmente nelle proprie terre quello che fu il primo spin-off delle fiere di settore, nel settembre 2012 ad Altamura, dedicato all’occhiale di nicchia italiano e non. Ancor prima del DaTE va riconosciuta a questi “ragazzi” la scelta di aver voluto regalare all’ottico e alle aziende di nicchia l’opportunità di incontrarsi, conoscersi e scambiarsi idee. Il cosiddetto “Effetto Farfalla” certifica che il battito d’ali di una farfalla è in grado di scatenare un uragano a diecimila chilometri di distanza. Probabilmente il primo battito dell’occhiale di nicchia fu quello di Design Your e quello del definitivo decollo dell’occhiale di design va attribuito al DaTE nell’ultima edizione di Firenze, nel settembre scorso. Fatto sta che in cinque anni l’ottica in Italia è stata in grado di proporre montature ancora più belle e costose e non solo italiane. L’eyewear di design è penetrato nel Dna dell’ottica affiancando e spesso sostituendo quello di griffe su cui l’industria italiana ha costruito il proprio trampolino di lancio. Un Dna rigenerato non solo nel retail ma soprattutto nell’industria del conto terzi, che ha trovato in questo segmento il suo sfogo creativo e una visione parallela del business d’impresa.
Quella dell’occhiale di design è stata una piccola rivoluzione che ha generato ottici e imprenditori contaminati dallo stesso prodotto da loro scelto o creato. Una contaminazione visibile nell’esposizione, nello store e, perché no, anche nello stile e nelle scelte professionali di chi ha intrapreso questa strada. A Luciana Ricciuti, un’energica ottica della Basilicata presente all’ultima edizione di Design Your, la nuova parabola dell’occhiale italiano ha cambiato radicalmente l’esistenza, l’ha convinta a offrire nuove simbologie visive ai propri clienti e a realizzare una piccola collezione privata che la rappresentasse. Secondo le ultime notizie della sua vita professionale, la vicentina Arianna Foscarini da ottica ha intrapreso un percorso parallelo di consulente di moda e immagine. L’eyewear di design ha, quindi, influenzato molto la loro vita e quella dei clienti che l’hanno acquistato.
Tuttavia non posso dimenticare il DaTE di via Tortona, nell’autunno 2014, e quella atmosfera carbonara che le già tante aziende presenti facevano percepire insieme ai primi ottici che ricercavano da quelle nuove montature un posizionamento di nicchia rispetto a un mercato che si stava omologando verso il basso. Se la nicchia ha generato il design ne possiamo essere felici perché ha dato uno scossone verso l’alto all’offerta. Ma il design, come ricorda la stessa Ricciuti, necessita anche della funzionalità d’uso, perché l’occhiale non è solo moda ma soprattutto sostegno visivo.
Queste parole mi riaccendono il ricordo di una mostra sulla Rinascente tenutasi recentemente a Milano. Alcune stanze furono dedicate all’esposizione dei prodotti che vinsero il “Compasso d’oro”, un concorso di prestigio per anni organizzato dalla Rinascente stessa che a sua volta vendeva una buona parte dei prodotti premiati. Una sorta di “cannibalismo intellettuale” che a distanza di anni resta una delle attestazioni della bellezza creativa della nostra industria italiana. Non sprechiamo l’opportunità, cara ottica, di essere parte di questa grande storia del nostro paese.
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