Spiezia: Aio è stata svenduta alle catene

«Andando però avanti nella lettura mi sono reso conto che non si trattava di una risibile storia, ma di una reale nuova situazione – prosegue la lettera - Quello che è sempre stato il segretario dell’associazione (Mario Casini, ndr) si era improvvisamente nominato presidente. C’era stata un'assemblea che aveva preceduto nuove elezioni? Chi erano i partecipanti? Secondo lo statuto, convocare le assemblee spetta al presidente. Io lo avevo fatto e non me ne ricordavo? Se ne era parlato, ma in maniera vaga. Ecco perché il sorriso si è tramutato in amarezza; un’amarezza dovuta alla constatazione che chi avevi sempre considerato un leale collaboratore nel difficile compito di mandare avanti l’associazione, ora si rivelava come un “carbonaro” pronto a dimenticare tutto quanto era stato fatto e a dare vita a un vero ribaltone. Si aveva forse paura che la mia presenza potesse bloccare l’iniziativa?».
«Leggo che nel programma della nuova gestione – prosegue Spiezia - si vuole riportare l’Aio a rappresentare l’ottico come professionista prima ancora che il negozio di ottica: ottimo! Qual è stato in tutti questi anni il mio impegno primario? Forse si sono già dimenticati dei miei ripetuti incontri anche a livello internazionale oltre che istituzionali, per dare alla nostra professione una diversa dimensione e una diversa collocazione. Da parte mia e non solo, posso dire che se queste sono le premesse per un rilancio dell’associazione, non vedo un roseo futuro. L’Aio è stata per me un punto di riferimento, nella certezza che poteva servire a tutti noi che svolgiamo questo lavoro delicato e importante per l’intera comunità».
L’ex presidente dell’Associazione italiana Ottici conclude la lettera ringraziando «chi ha sempre condiviso con me il lavoro svolto, contribuendo con suggerimenti e proposte a farla crescere. Ai nuovi responsabili, che dire. Avete ereditato una cosa concreta e sana che non meritava, a mio parere, di essere SVENDUTA ad altri. L’Aio rimarrà solo un bel ricordo, non certo per la LEALTÀ di qualcuno, ma per ciò che si è costruito».
A.M.
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