Divel Italia vuole portare nel progetto, rivolto alle aziende del settore, la propria visione creativa e una profonda conoscenza della lente, trasformando la ricerca estetica in prestazione visiva, Lapo punta a contribuire con trattamenti e finiture di alta precisione, risultato di un processo industriale che unisce tecnologia e artigianalità, e Neon intende offrire la propria esperienza nel campo dell’ingegneria sportiva, offrendo comfort, ergonomia e solidità strutturale. Le tre realtà hanno dato vita a Fusion Mask (nelle foto), la mascherina da sci ad alte prestazioni.
«Ogni Fusion Mask è il risultato di un processo di personalizzazione - si legge in un comunicato di Divel Italia – Tutti i componenti, dalla montatura alla lente, dall’elastico al packaging, possono essere infatti configurati ad hoc: il frame è disponibile in un’ampia gamma di tonalità, dalle cromie neutre ai colori più decisi, con la possibilità di realizzare tutti i colori RAL dedicati e finiture opache o lucide, a seconda delle esigenze del designer; l’elastico in jacquard, morbido e traspirante, può essere personalizzato nei colori e nei loghi, tramite etichette microiniettate o applicazioni termosaldate: un dettaglio tecnico che diventa segno distintivo».
Anche le lenti possono essere personalizzate attraverso diversi trattamenti e finiture. «Dalle versioni mirror, flash o multilayer fino alla logomania, ogni scelta contribuisce a creare un prodotto capace di rispecchiare, in ogni dettaglio, le aspettative tecniche ed estetiche del brand», precisa la nota.
Il packaging è parte dell’esperienza: ogni mascherina è accompagnata da una pouch in microfibra e da un libretto istruzioni, con la possibilità di personalizzare custodie e box secondo l’immagine del marchio.
«La mascherina è disponibile anche in una versione eco-friendly, in cui le lenti possono essere realizzate su richiesta in eco-policarbonato, materiale derivato da risorse rinnovabili di seconda generazione - sottolinea la nota - Gli elastici, invece, sono prodotti con fibre riciclate certificate, provenienti da plastica post-consumo e materiali recuperati dai processi produttivi».
A cura della redazione