Malattie della retina: c’è un rapporto di causa-effetto tra intestino e occhio?

Uno studio congiunto Cina-Regno Unito ha rilevato l’origine intestinale di alcuni batteri presenti nell’occhio: si tratterebbe della prova dell’esistenza di un collegamento fra sistema oculare e quest’organo, finora soltanto ipotizzato, suggerendo così una cura a base di antibiotici. Sperimentato al momento solo sugli animali, ora deve essere verificato sull’uomo

Secondo questo lavoro, realizzato da un gruppo di ricercatori guidati da Richard Lee, oftalmologo che ha fatto parte dell'University College London, e da Lai Wei, oculista della Guangzhou Medical University, in Cina, le malattie genetiche degli occhi, come quelle legate alla retina, potrebbero essere provocate in parte da batteri provenienti dall'intestino che, attraverso il sangue, raggiungono il sistema oculare. Tale scoperta è avvenuta proprio studiando la mutazione del gene CRB1, causa di alcune malattie ereditarie della retina, della quale viene alterata la permeabilità: al danno oculare si aggiungerebbe così quello dei batteri intestinali. In sostanza CRB1, secondo lo studio, indebolirebbe non soltanto la barriera protettiva intorno all’occhio, ma anche quella delle cellule che rivestono il colon, favorendo la migrazione dei batteri.

Per confermare questa osservazione, i ricercatori hanno notato che i modelli animali portatori del gene per la retinopatia totalmente privati dei batteri intestinali non mostravano segni di anomalie nella retina, al contrario di quelli con la stessa mutazione e con livelli normali di batteri intestinali. Inoltre, dopo la somministrazione di antibiotici il danno agli occhi risultava ridotto.

Lo studio, che però presenta dei limiti in quanto sinora testato solo su animali, avrebbe quindi confermato che esiste un asse intestino-occhio: quest’ultimo è sempre stato ipotizzato, poiché ci sono diversi casi in cui malattie oculari sono state associate a una disbiosi intestinale, ma non è chiaro se esista una relazione di causa-effetto (immagine tratta da Freepik).

(red.)

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