DaTE: in mille per l’eyewear fuori dagli schemi

Sono i visitatori registrati dall’edizione conclusasi lunedì scorso al Cocoricò di Riccione: in prevalenza italiani, ma anche ottici e buyer dall'estero, soprattutto da Germania, Belgio, Lussemburgo, Polonia e Spagna. I 110 brand in mostra hanno puntato su lavorazioni sofisticate e ampio uso del colore, oltre a ispirarsi a forme architettoniche o a puntare sull’innovazione tecnologica

Se il fil rouge, o meglio, l’elemento che caratterizza i brand dell’occhialeria indipendente presenti al DaTE è una creatività fuori dagli schemi, in questa edizione, al Cocoricò di Riccione, è più che mai confermato. Insieme alla ricerca di una funzionalità che assicura la durata nel tempo. Importante in questo momento in cui la difesa del pianeta e l’attenzione allo smaltimento dei rifiuti sono una priorità.

Ecco Vanni che recupera le vecchie lastre di acetato con disegni esclusivi per l’interno delle aste e rivisita i modelli classici smussando gli angoli (nella foto sotto). Hapter insegue il design, la funzionalità e la durata, come dimostrano le cerniere in gomma, un dettaglio distintivo che elimina il rischio degli “svitamenti”. Jacques Durand propone occhiali con una speciale spazzolatura e in acetato Takiron, giapponese, che oltre alla straordinaria lucentezza, non si modifica nel tempo. Saturnino, fuori dal coro, presenta occhiali dalla linea allungata (nella foto sopra) e con una decorazione che imita la corda del basso tuba, per richiamare il suo creatore musicista. Out Of per l’eyewear a maschera inventa cerniere più resistenti e un nasello regolabile che diventa anche un dettaglio design, oltre alle lenti che si adattano alla luce. S’ispira ai colori e alla grafica di Depero Lamarca per la sua limited edition celebrativa dei dieci anni: occhiali in acetato, con astuccio in pelle, sia da vista sia da sole. Speciale la montatura in acetato lavorata dagli artigiani della famiglia Ceselli, che ricamano l’oro. Con un “effetto brillantini” understatement. Effetto cangiante con interessanti sfumature di colore per gli occhiali in titanio di Blackfin.

Il colore è comunque una caratteristica di molte collezioni. Nirvan Javan, designer svizzero di origini persiane, punta sul colore, ma quello delle città. Ecco l’acetato blu per gli occhiali Marrakech, il grigio del titanio per Tokyo, colori sfumati per l’acetato di Londra, multicolore per Toronto. Non è solo l’arte l’ispirazione. Piero Buono, fondatore del brand napoletano Good’s, introduce sia elementi che ricordano le architetture della Bauhaus sia la grafica delle font tipografiche, e l’Helvetica è la sua preferita per linearità ed essenzialità. Colore anche da Italia Independent che, fedele alle sue origini, propone Sartorialist in acetato con le tonalità e le texture dei tessuti maschili e Teddy (nella foto principale) con un rivestimento nel tessuto spugnoso del teddy bear, l’orsetto di peluche.

Non sono mancati al DaTE gli occhiali tecnologici. Come gli Even Realities G1, che sovrappongono le informazioni nel campo visivo e con cui si può “navigare”. O Nuance Audio nelle forme tonde e squadrate e in diversi colori: nero, l’attualissimo burgundy e uno speciale deep blu. 

Luisa Espanet

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