Mostra del Cinema: a Venezia gli occhiali raccontano la verità

Anche le montature, vere e proprie protagoniste, sono presenti in alcuni dei film più belli in concorso in questa 79esima edizione della kermesse che si concluderà domani, piena di ricordi, sogni e riflessioni, e aiutano a vedere meglio il mondo di oggi o semplicemente mettono a fuoco la realtà e la storia

Indimenticabili gli occhiali eleganti del procuratore Julio Strassera, interpretato da Ricardo Darin (nella foto, in basso, a sinistra), nel film Argentina 1985 del regista Santiago Mitre, ispirato alla storia vera del più grande processo per crimini di guerra dopo Norimberga, quello contro i responsabili della dittatura militare argentina (1976-1983): “Nunca mas”, mai più, sono le parole finali della sua arringa. Parole sempre attuali, che toccano profondamente ripensando alle torture, alle uccisioni di massa e ai desaparecidos.

Il protagonista di Bardo, falsa cronica de unas cuantas verdades ,“autofiction”, cioè fiction autobiografica, del messicano premio Oscar Alejandro G. Inarritu si nasconde invece dietro gli occhiali da sole (nella foto, in basso) di un celebrato giornalista e documentarista, fin troppo vanitoso. Tormentato dai ricordi, dal passato e dal complesso dell’impostore, tra Messico e Stati Uniti, sarà costretto a toglierli, gli occhiali, per entrare nella realtà parallela dei sogni e delle illusioni perdute, alla ricerca di nuovi significati più intimi e autentici.

Tra i film italiani in concorso, l’attesissimo Il signore delle formiche di Gianni Amelio ricostruisce il processo che nel 1968 ha portato l’intellettuale Aldo Braibanti alla condanna per plagio, o meglio per aver sedotto il suo giovane amante. Anche qui i bellissimi occhiali anni 60 indossati dal protagonista Luigi Lo Cascio (nella foto principale, tratta da YouTube) aiutano a trasmettere la sofferenza e la dolcezza infinita di un uomo colpito nel profondo della sua dignità.

Rosaria D’Amico

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