Sfilate: se New York piange, Londra… ride

Ad anticipare le tendenze per la donna del prossimo autunno inverno, ora in passerella a Milano, come sempre, le fashion week della metropoli Usa e della capitale inglese. Con esiti opposti, anche nell’eyewear

Di poco risalto e scarsa affluenza quella della Grande Mela, per il vuoto dei cinesi, ma soprattutto per la defezione dei nomi più prestigiosi. Come Tom Ford che ha preferito sfilare a Los Angeles in atmosfera pre-Oscar. Tra i fedelissimi Chiara Boni con la petite robe, sempre meno “petite” e ispirata questa volta al sensuale tango. E Custo Barcelona fra Avatar, camouflage rivisitato e stampe Déco. O ancora Coach che ha giocato sulle sovrapposizioni, utilizzando per una piccola parte le stampe Estate di Michel Basquiat. Successo per Palm Angels, marchio dell’italiano Francesco Ragazzi, con una collezione che guarda alle montagne, ai canyon, ai nativi americani, in un trionfo di frange e pelle. Per modelli e modelle, maschere da sci portate come una collana (nella foto, a destra). Pochi gli occhiali presenti, se si eccettuano quelli grandi e neri indossati dalla stilista Chiara Boni o quelli a triangolo di Debbie Harry, la cantautrice americana che si è esibita alla fine della sfilata di Coach, accompagnata dalla band punk-rock The Coathangers (nella foto, a sinistra).

All’insegna della sostenibilità e della diversità la fashion week londinese conclusasi martedì scorso. Tra i brand più attesi Victoria Beckham con una serie di capi apparentemente minimali, ma in realtà curatissimi e raffinati, dedicati alla sua famiglia. Tra gli emergenti Richard Quinn e Dilara Findikoglu, la designer inglese di origini turche. Molto applaudita Tommynow, frutto della collaborazione di Tommy Hilfiger e Lewis Hamilton che ha fatto sfilare uomini e donne di tutte le età, taglia e colore, Naomi Campbell compresa. Applausi anche per la collezione Burberry, disegnata da Riccardo Tisci che ha usato check diversi in patchwork per giacche e pantaloni e ha ripensato il trench. Molti gli occhiali, grandi e a maschera.

Luisa Espanet

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