La verità è un bambino dagli occhi grandi

“Ti va di passare una serata di poesia nello spazio eventi di un bel negozio di ottica?". Nell’incertezza chiedo del tempo per consultare l’agenda, ma poi accetto. È una giornata fredda, questo appuntamento letterario potrebbe farmi bene

Pochi minuti da un casello autostradale, quello di Schio. Arrivo a Marano Vicentino in una piccola e graziosa piazzetta dove mi fermo davanti a un “terracielo” di una insegna storica. Ottica Rizzato, dal 1948. Mi precede una breve e-mail di conferma della serata. “L’aspettiamo volentieri, ci sono però solo posti disponibili sulla scala, provvisti di cuscino”. Questa attenzione mi fa sorridere e, allo stesso tempo, piacere. Il mio, il nostro mondo è fatto di precisione, che talvolta sui gesti quotidiani difetta di più che sulle lenti. Non so ancora perché sono qui, ma ci sono. Il negozio è bello e accogliente, la scala antica mi conduce allo spazio eventi al primo piano. Un piccolo palco per il poeta e il musicista, i cuscini sulla scala che porta alla soffitta, una trentina di sedie regista in platea (nella foto principale). Il giovane che mi accoglie e presenta la serata, Gabriele Cavedon, nipote del fondatore, è elegante come il suo centro ottico e gli occhiali che espone. Rappresentante dell’ultima generazione di professionisti che hanno fatto la storia di questo piccolo paese provvisto di una spropositata chiesa, come avviene spesso nel Vicentino.

La serata è parte di un percorso proposto da Ottica Rizzato al suo pubblico e patrocinato dal Comune di appartenenza. Colgo il legame tra la bellezza della poesia e della musica e il mestiere di ottico. Elargiamo benessere, bellezza. Siamo in grado di cambiare in positivo la vita delle persone. Permettendo loro di vedere meglio e migliorando la percezione che hanno gli altri di loro stessi. Apprezzo la performance artistica. Un poeta insignito di premi, un musicista di grande esperienza. Un vicentino e un napoletano. La sala è gremita. Numerose donne, moltissime giovani. Mentre scendo la scala antica ripercorro sulla parete la storia dell’Ottica Rizzato. Le foto in bianco e nero (nella foto sopra) sono sempre quelle più belle, chissà perché. Mentre assaggio un ottimo prosecco servito fresco, mi guardo attorno. Persone felici, qualcuno si sofferma a parlare con il poeta, ad acquistare i suoi libri, a farseli autografare. L’ottica può essere anche questo? Sì, nel suo impegno sociale, che nei Rizzato inizia nel dopoguerra difficile del mio Veneto allora poverissimo.

Mi colpisce il titolo di uno dei tre libri del nostro poeta, Edoardo Gallo: La verità è un bambino dagli occhi grandi. Quanto sono importanti i nostri occhi per comunicare un sentimento, senza dire una sola parola. Quanto spesso li riduciamo al ruolo di una telecamera, mentre dentro di loro esiste un mondo di sensazioni ed emozioni che ci trasmettono semplicemente osservandoli. A volte, nell’attività di un ottico, sfugge il senso immateriale del vedere. Lo si concentra nella pura correzione visiva. Eppure, vince chi salta questo ostacolo e vede oltre come il Piccolo Principe, il quale asseriva che “l’essenziale è invisibile agli occhi”, ovvero agli strumenti che usiamo per definire una compensazione della vista.

Esco da quel “terracielo” verso le 22. L’aria è fresca, siamo vicini alle Prealpi vicentine. Apro il libro di poesie e leggo quella della verità, del bambino e dei suoi occhi grandi. Mi soffermo su una strofa. “La verità non ha bisogno di tante parole”. Basta guardarla negli occhi.

Nicola Di Lernia

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