Nell’ottica inizieremo anche a sentirci meglio?

Il lancio degli occhiali destinati a persone con problemi uditivi lievi o moderati è una nuova sfida che il mercato italiano può giocarsi sulla popolazione over 50

Oltre a vederci bene, ora si potrà anche sentire meglio da un ottico. Il business degli apparecchi acustici ha viaggiato spesso in linea parallela con quello dell’ottica. La Francia è il paese che ha creduto prima e più di tutti a questa simbiosi. Oggi il gioco può cambiare pure in Italia grazie alla ricerca e al marketing del più grande player del settore, entrato anche nel segmento di chi ha un deficit uditivo lieve o moderato ma non soffre, per il momento, di una patologia più grave. Così, dopo il severo controllo e l’autorizzazione della Food and Drug Administration statunitense, è ora disponibile in diversi mercati uno strumento che non ha bisogno di competenze specifiche nel campo dell’udito e che può essere venduto da un ottico anche in abbinata alla correzione di un difetto visivo.

Secondo Businesscoot, società transalpina specializzata in ricerche di mercato su più di 800 settori in Francia e in Europa, basate sulle informazioni essenziali per ogni categoria, nel 2023 il mercato mondiale degli apparecchi acustici era stimato in quasi 8 miliardi di dollari, che nel 2030 potrebbero raggiungere i 12,6 miliardi. Popolazione più anziana, maggiore inquinamento acustico, migliori aspettative di vita in qualità e tempo: quanto spende in media una famiglia italiana per le protesi oculari? Prima del Covid, nel 2019, la cifra record di 552 milioni di euro. Dopo il calo pandemico, nel 2022, si è attestata a 415 milioni di euro. Ma quanto incide il problema acustico sulla società italiana di oggi? Tra il 2012 e il 2022, sempre secondo la ricerca di Businesscoot, si registra una sostenuta crescita del tasso di adozione di apparecchi acustici. Nel periodo analizzato la percentuale di coloro che soffrono di problemi dell'udito e che utilizzano un apparecchio acustico è passata dal 24,6% al 35,2%. L'incremento è evidente anche rispetto alla popolazione totale: dal 2,9% del 2012 al 4,4% del 2022.

Probabilmente la principale domanda tra gli operatori dell’ottica è che futuro avrà questo nuovo mercato parallelo alla vista. La sensazione è che l’accessibilità al prodotto e alla sua vendita potrebbe permettere di aprire una nuova età della montatura in Italia. Certo, questa innovazione non è paragonabile alla soluzione professionale offerta al paziente con ipoacusia severa. E non è escluso che un giorno gli specialisti di tale categoria possano assumere verso gli ottici gli stessi atteggiamenti che gli oculisti hanno quando nei centri ottici vengono utilizzate strumentazioni di controllo potenzialmente diagnostiche. Però questa novità aiuta, in particolare chi ha spesso nascosto un piccolo disagio e ha paura di perdersi qualcosa che gli altri dicono. Il pubblico c’è, la tecnologia e il retail pure. Se sarà un successo faremo presto a “sentirlo”.

Nicola Di Lernia 

Professione