Danshari, il ritorno di La Boria

Il noto manager, da oltre trent’anni nell’ottica, dà il via alla sua prima avventura imprenditoriale: per l’annuncio alla stampa è stato scelto un elegante ristorante giapponese, in linea con la nuova collezione eyewear, nel cuore di Milano, in attesa del lancio ufficiale al prossimo Mido

Un unico prezzo per tutta la collezione, quasi totalmente da vista, 290 euro al pubblico, così da posizionarla in un segmento diverso rispetto sia al mass market sia alla nicchia più costosa. «Proprio per il buon connubio tra qualità, prodotto e prezzo i feedback ricevuti finora sono stati positivi», ha dichiarato all’evento di due giorni fa Giuseppe La Boria, che vanta nel proprio curriculum incarichi di rilievo in ambito commerciale in Luxottica, Safilo, Allison, Magia Eyewear e Italia Independent. «E ora la mia prima volta da imprenditore, dopo aver lavorato per circa un anno su questo progetto, in linea con la mia grande passione per il Giappone», ha aggiunto. Danshari, infatti, deriva dal pensiero zen ed evoca un profondo significato filosofico: i tre ideogrammi che compongono la parola, infatti, indicano il rifiuto dell’ostentazione, l’abbandono dell’eccesso e la liberazione da tutto ciò che non è indispensabile. La collezione è realizzata in titanio e acetato giapponesi, a eccezione degli acetati colorati che sono di Mazzucchelli. La produzione è ubicata in Giappone, gli uffici marketing a Hong Kong, la sede operativa in Italia, a Monza (nella foto, La Boria con il suo staff italiano e, a sinistra, la responsabile della filiale francese, Valerie Abbou).

Mido 2020 sarà la prima, grande vetrina per questo nuovo progetto, che conta già su una filiale in Francia per il mercato locale, Benelux, Svizzera e Israele. Gli step successivi saranno una filiale in Germania e la ricerca di un distributore negli Stati Uniti e in Canada, per arrivare a primavera inoltrata ad aver coperto tutti i principali mercati d’interesse. E in Italia? Subito dopo Mido partirà la commercializzazione del prodotto attraverso una rete di una decina di agenti plurimandatari, con l’obiettivo di raggiungere 400 porte in tre anni. «Non venderemo sul web e ci rivolgeremo soltanto a ottici indipendenti, non necessariamente dedicati alla sola occhialeria di ricerca: l’importante è che siano convinti di sposare il nostro progetto», ha spiegato La Boria.

A.M.

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