Infarto del miocardio: un esame oculistico può predirlo?

Un nuovo studio pone in relazione analisi della retina e calcolo del rischio cardiovascolare: un gruppo di ricercatori ha messo a punto un modello personalizzato basato sull’imaging retinico che consentirebbe di prevederlo fino a cinque anni prima dell’evento stesso

La combinazione di informazioni sul modello dei vasi sanguigni nella retina con alcuni dati genetici potrebbe consentire una previsione accurata del rischio individuale di malattia coronarica e del suo esito potenzialmente fatale, l'infarto del miocardio, comunemente noto come infarto. La scoperta potrebbe portare a un semplice processo di screening in cui sarebbe possibile calcolare tale rischio quando una persona si sottopone a un esame oculistico di routine, hanno riferito alcuni scienziati alla conferenza annuale della European Society of Human Genetics, svoltasi a Vienna dall’11 al 14 giugno.

Come spiegato da Ana Villaplana-Velasco, dottoranda degli Usher and Roslin Institutes dell’Università di Edimburgo, i mutamenti nella vascolarizzazione della retina possono offrire varie informazioni sulla salute di un soggetto. «Dato che l'imaging retinico è una tecnica non invasiva, abbiamo deciso di studiare  i benefici per la salute che potremmo ottenere da queste immagini - dichiara la ricercatrice in una nota della European Society of Human Genetics - In primo luogo, abbiamo analizzato i modelli di ramificazione del sistema vascolare retinico calcolando una misura denominata dimensione frattale a partire dai dati disponibili dalla biobanca britannica, che include dati demografici, epidemiologici, clinici, di imaging e di genotipizzazione di oltre 500 mila partecipanti in tutto il Regno Unito. Abbiamo scoperto che un valore basso associato alla dimensione frattale, insieme a vari schemi di ramificazione dei vasi sanguigni, è correlato all’infarto del miocardio».

I ricercatori, studiando i dati dei soggetti inclusi nella biobanca che erano stati colpiti da infarto dopo la raccolta delle loro immagini retiniche, hanno quindi sviluppato un modello personalizzato in grado di prevederne il rischio, che include fattori clinici tradizionali, come età, sesso, pressione sanguigna sistolica, indice di massa corporea e abitudine di fumare e la dimensione frattale stessa. In futuro, hanno sottolineato gli studiosi, un semplice esame della retina potrebbe essere in grado di fornire informazioni sufficienti per identificare le persone potenzialmente colpite da infarto e il modello elaborato permetterebbe di classificare gli individui con il maggior rischio meglio rispetto ad altri simili creati in precedenza, con una previsione fino a cinque anni prima dell'evento (immagine tratta da Freepik).

(red.)

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