Italia Independent licenzia 26 dipendenti

Intera giornata di sciopero il 22 settembre, con presidio davanti alla sede dell’azienda, a Venaria Reale, in provincia di Torino, per i lavoratori della realtà fondata da Lapo Elkann. I sindacati accusano il mancato ricorso agli ammortizzatori sociali

In principio fu l’occhiale da 1.007 euro, lanciato nel 2007, la crescita del marchio, i negozi monomarca sparsi per il mondo. Poi la discesa, con segni negativi già registrati nei bilanci del 2016, l’ingresso di un fondo, i tentativi di piani di ristrutturazione e di rilancio, anche con licenze importanti, e, infine, l’annuncio dei licenziamenti. Oggi i sindacati parlano in un comunicato di «fallimento imprenditoriale di Lapo Elkann (nella foto), ennesimo giocattolo rotto che lascia 26 famiglie senza un reddito - spiega una nota di Filcams Cgil Torino - L’azienda oggi in procedura di concordato, a causa di un buco di 25 milioni di euro, apre la procedura di licenziamento collettivo per 26 dipendenti senza far ricorso a nessun ammortizzatore sociale, con l’unica magra consolazione di erogare in tempi brevi il pagamento del trattamento di fine rapporto».

Delle circa 30 persone rimaste in azienda, stando a quanto riferito a b2eyes TODAY dal sindacato, soltanto quattro verranno mantenute a tempo determinato. «L’intenzione dovrebbe essere quella di avviare una riconversione del brand Italia Independent - afferma al nostro quotidiano Michele Galasso, funzionario di Filcams Cgil Torino - A quanto ci risulta l’obiettivo è darlo in licenza, non necessariamente al settore dell’occhialeria, ma a chiunque voglia avviare una collaborazione: in questo modo il marchio verrà salvaguardato, mentre la produzione interna, che era focalizzata sull’assemblaggio degli occhiali, verrà fermata. Alla luce di tali decisioni, è evidente il mancato interesse di Italia Independent a mantenere il personale».

Sul futuro della società informazioni ulteriori dovrebbero essere rese note in occasione dell’assemblea, prevista per la fine di settembre. «Attualmente è al lavoro un advisor per capire se ci sono le condizioni per salvare il gruppo dal fallimento – aggiunge Galasso – Come sindacato troviamo assurdo che non si sia fatto ricorso agli ammortizzatori sociali: in fase di confronto, abbiamo precisato ai vertici aziendali che la creazione e la crescita di Italia Independent in tutti questi anni è stata raggiunta anche grazie al contributo dei lavoratori, ai quali deve essere riconosciuto qualcosa al di fuori delle competenze dovute per legge».

Italia Independent non ha fatto alcun comunicato al riguardo e, contattata da b2eyes, non rilascia commenti.

F.T.

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