iVision Tech: l’obiettivo è offrire al mercato l’occhiale completo

Occhiali, montature in oro, lenti oftalmiche: la società friulana, quotata in Borsa, ha avviato un’espansione nel settore dell’eyewear con importanti acquisizioni, tra cui lo storico brand francese Henry Jullien, frutto non solo di strategia di business, ma anche di salvaguardia del patrimonio umano. E non si ferma qui: entro la fine dell’anno lancerà un modello per disabili visivi

Dovrebbe essere definita l’azienda dei salvataggi, a partire dall’ex stabilimento Safilo di Martignacco. Tuttavia, dietro le acquisizioni di iVision Tech, con sede proprio a Martignacco, in provincia di Udine, non c’è soltanto una strategia di business, ma un lato umano molto forte: salvaguardare le risorse, il know how, le conoscenze dei lavoratori, che in primo luogo sono persone. Queste ultime risultano al centro del percorso della società guidata da Stefano ed Eva Fulchir (nella foto, sotto, da sinistra, con il fratello Federico), figli del più noto Carlo che, con la sua Innovatek, è recentemente stato fra i protagonisti dell'operazione relativa allo stabilimento Safilo di Longarone, insieme a Thélios.

«La direzione di iVision Tech è chiara, diventare un player importante nel mondo della produzione dell’occhiale completando tutta la filiera - spiega a b2eyes TODAY Stefano Fulchir (nella foto principale) - Per lo stabilimento di Safilo a Martignacco, da cui è iniziata la nostra avventura nel settore, siamo stati chiamati dal governo italiano nel periodo pre-Covid con l’obiettivo di evitare la chiusura dell’unica attività che realizzava occhiali in Friuli Venezia-Giulia: rilevandola abbiamo reso subito operativa la struttura con la produzione di mascherine chirurgiche, che esulavano dalla vera specializzazione dell’azienda, ma fondamentali durante la pandemia. Il nostro unico obiettivo era reintegrare i 186 lavoratori, riavviando la ex sede Safilo». Una vicenda che ha portato agli onori delle cronache il nome di iVision Tech, in realtà operativa da 16 anni nel settore web. «Il 2022 è stato per noi fondamentale: insieme al nostro team produttivo abbiamo rimesso in moto l’occhialeria di Martignacco, facendo tesoro del know how dei nostri nuovi dipendenti e investendo su macchinari di ultima generazione». Con tale entusiasmo iVision Tech ha portato a casa la produzione eyewear di brand noti a livello nazionale e internazionale, oltre a marchi emergenti. «Seguiamo l’intera filiera, dal design all’articolo finito - dice ancora Fulchir - Realizziamo in media duemilacinquecento occhiali al giorno e, mentre nel 2022 abbiamo sviluppato 134 nuovi modelli, nel 2023 sono stati trecento ed entro il 2024 miriamo a incrementarne ulteriormente il numero».

Il 2023, in particolare, si è rivelato molto importante per iVision Tech, coronato con la quotazione in Borsa a Milano. «L’ingresso a Piazza Affari - afferma Fulchir - fa parte di un progetto più ampio che ci ha permesso di concludere altre acquisizioni». Tra cui quella dello storico brand Henry Jullien. «Anche in questo caso siamo stati contattati dal governo francese per un’attività unica nel suo genere: la lavorazione di occhiali in oro laminato, svolta da 15 dipendenti di alto profilo - aggiunge il professionista - Il nostro interesse era grande perché si tratta di un’azienda che ha oltre cent’anni, posizionata sul segmento lusso e molto nota in Francia, che ci permette di distinguerci con un nostro brand». Anche in Henry Jullien tutto è rimasto intatto e l’assorbimento, mediante la controllata iVision Tech France, è avvenuto in maniera naturale con un scambio di informazioni e know how. «I nostri collaboratori sono e resteranno nella sede d’origine del marchio, vicino a Lione - precisa Fulchir - La produzione è di nicchia, in quanto parliamo di 20 mila occhiali all’anno, realizzati da persone di grande esperienza, mentre la distribuzione in questo ultimo semestre è stata affidata a commerciali locali: Henry Jullien copre duemila ottici in Francia, mentre la commercializzazione in Italia è allo studio in quanto va pianificata con cura e attenzione a seconda della zona. Attualmente Henry Jullien è presente in 25 paesi nel mondo con altrettanti distributori». All’ultimo Mido, iVision Tech ha presentato la nuova veste del marchio francese, cui ha conferito uno slancio ibrido: modelli in acetato, sviluppati in Italia, con aste in oro, rispettando il Dna che lo contraddistingue. 

Occhiali, lavorazione in oro e adesso anche lenti da vista con la recente acquisizione di Ivilens OOD, storica società bulgara, con sede a Plovdiv, specializzata nella produzione e commercializzazione di lenti oftalmiche finite e semifinite e con l’esclusiva della distribuzione delle lenti Leica per la Bulgaria e la Macedonia del Nord. «Si tratta di un’azienda con cui collaboriamo da circa un anno - prosegue Fulchir - Ivilens rappresenta il 20% per quota di mercato nel segmento all’interno dei suoi sbocchi di riferimento. Il progetto è partito con la realizzazione di lenti su misura per Henry Jullien e ora abbiamo rilevato il 60% delle quote, con la restante parte in mano agli attuali soci e l’obiettivo di crescere insieme: la produzione si attesta intorno a 170 mila lenti all’anno tra progressive e monofocali».

Ma non finisce qui. Il prossimo debutto avverrà nel segmento della tecnologia per non vedenti e ipovedenti. «Abbiamo depositato un brevetto che entro la fine di quest’anno porterà alla realizzazione di un occhiale in grado di consentire alle persone affette da cecità e ipovisione di percepire lo spazio, di rilevare oggetti a circa cinque metri di distanza, fornendo informazioni attraverso suoni - conclude Fulchir - A occuparsene è mio fratello Federico, project manager del progetto, con il nostro team dedicato composto da 7 persone».

F.T.

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