Post Covid: nel distretto bellunese ripresa a metà, tranne per Luxottica

Sarà un autunno rovente per il cuore dell’occhialeria italiana: ad anticiparlo, un recente servizio del Tg3 Regione, con interviste a istituzioni e a rappresentanti sindacali e imprenditoriali locali. A ribadirlo a b2eyes TODAY Denise Casanova, segretario generale di Filctem Cgil Belluno, segnalando come unica voce fuori dal coro il gruppo di Agordo

«Abbiamo iniziato a usare gli ammortizzatori sociali ordinari ancora prima dell’emergenza sanitaria da coronavirus in Italia, a causa delle materie prime che non potevano essere consegnate - spiega a b2eyes TODAY Casanova - Ora stiamo lavorando mediamente al 50%, qualche azienda di più, qualche altra di meno: stiamo ancora applicando la cassa integrazione legata ai provvedimenti Covid che è stata prorogata di altre quattro settimane, altrimenti sarebbe stato comunque necessario fare ricorso ad altri ammortizzatori sociali, di cui avremo bisogno sino alla fine dell’anno». Nel panorama generale del distretto bellunese l’unica realtà fuori dal coro è Luxottica che già da questo mese tornerà a regime. «Luxottica rimane una questione a sé stante - afferma la sindacalista - La logistica è già stata totalmente avviata, i magazzini anche, così pure la produzione è in via di recupero e sarà completata entro l’estate».

Casanova auspica ora interventi governativi. «È necessario che la moratoria sui licenziamenti continui per avere il tempo utile a verificare se le attività avranno ripreso il ritmo normale, se il mercato sarà ripartito e se potranno esserci ulteriori aiuti da parte dell’esecutivo rivolti alle aziende, come ad esempio il Recovery Fund, in grado di offrire nuova linfa: non avere la spada di Damocle sui licenziamenti per tutto il 2020 ci potrebbe aiutare a vedere se qualcosa può cambiare in meglio e da lì compiere ulteriori valutazioni sul da farsi».

Ancora peggio, secondo quanto riportato dal servizio della Rai, stanno le aziende maggiormente legate al mercato americano, che già soffrivano prima della pandemia. «Ora stiamo registrando un tracollo – ha dichiarato al Tg3 Regione Andrea Ferrazzi, direttore di Confindustria Belluno Dolomiti – L’unica cosa in cui si può sperare è una ripresa della domanda internazionale in modo particolare degli Stati Uniti, al momento ancora fermi, mentre c’è qualche piccolo ma ancora debole segnale di ripresa in Europa: stiamo dunque vivendo in un clima di incertezze e insicurezze». Il rischio concreto è un sacrificio di risorse lavorative, anche se una previsione in tal senso non è al momento quantificabile.

«Guardiamo all’autunno come al vero momento di ripartenza anche di questo settore, cercando di trovare tutte quelle che sono le possibilità affinché l’export, che è la nostra forza, possa avere dei risultati positivi», ha detto sempre ai microfoni della Rai Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno.

F.T.

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