Safilo: chiusa la vertenza per i 700 esuberi

Mercoledì 18 marzo sono state ratificate dal ministero dello Sviluppo Economico le intese siglate nei mesi scorsi nelle sedi locali relativamente agli stabilimenti di Martignacco, in provincia di Udine, Longarone, in provincia di Belluno, e per la sede di Padova

Cassa integrazione straordinaria, incentivi all’esodo dei lavoratori, contratti di solidarietà e mobilità volontaria: sono questi gli strumenti decisi al Mise che ha ratificato le intese siglate nelle sedi locali per le vertenze relative agli stabilimenti italiani di Safilo, escluso quello di Santa Maria di Sala, in provincia di Venezia, che non è stato toccato sin dall’inizio da alcun provvedimento. «Questo accordo è il primo passo per assicurare un futuro solido all’azienda e per poterci concentrare su un piano di sviluppo che, superata questa emergenza in corso, possa consentici di tornare a crescere», è il commento di Angelo Trocchia, amministratore delegato del gruppo padovano sulla chiusura della vertenza che da metà dicembre ha tenuto l’azienda di eyewear e le rappresentanze sindacali impegnate in un serrato confronto.

Le intese raggiunte in videoconferenza con il Mise prevedono l’applicazione della cassa integrazione straordinaria a Martignacco che avrà decorrenza dal 1° luglio, un sistema di incentivi per favorire l’esodo volontario dei lavoratori, che complessivamente sono 250, e l’impiego di un advisor per la reindustrializzazione del sito produttivo, senza alcuna preclusione di settore per il possibile acquirente.

Per quanto riguarda lo stabilimento di Longarone, dove i dipendenti coinvolti dalla vertenza sono 400, si prevede invece l’applicazione del contratto di solidarietà per 12 mesi rinnovabile e uno schema di incentivazione alle uscite volontarie. «In questo contesto la Regione Veneto, con il coinvolgimento attivo delle istituzioni locali, si è impegnata ad attivare, a seguito degli Stati Generali dell’Occhialeria, una serie di azioni volte alla preservazione e valorizzazione del patrimonio di competenze settoriali», spiega una nota di Safilo.

Infine, per la gestione dei 50 esuberi relativi alla sede di Padova l’accordo prevede l’apertura di una mobilità volontaria con un incentivo all’esodo. «Nel caso in cui non si dovesse raggiungere il numero prestabilito l’azienda si riserverà di aprire una procedura successiva volta al raggiungimento dell’azione di efficientamento necessaria - prosegue la nota - L’intesa relativa agli strumenti da utilizzare per raggiungere gli obiettivi di riequilibrio strutturale e produttivo, previsti dal Piano Industriale, permetterà di riaffermare e dare nuove basi al posizionamento di polo d’eccellenza di Longarone nella lavorazione del metallo, affiancato da quello di Santa Maria di Sala nella produzione di occhiali di acetato e iniettato» (nella foto, da sinistra, la sede di Padova e gli stabilimenti di Martignacco e Longarone).

(red.)

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