Eleganti, retrò, punk: a Venezia vincono gli occhiali

Sono, tra gli altri, quelli indossati dagli attori protagonisti della pellicola Father Brother Sister Mother, vincitrice della kermesse conclusasi sabato scorso nella città lagunare, e dal regista Jim Jarmusch, che li portava anche durante la consegna dell’ambito riconoscimento

È arrivato a sorpresa il Leone d’oro dell’82esima Mostra del Cinema di Venezia al film del regista indipendente americano Jim Jarmusch (nella foto principale), che non toglie mai, neanche durante la premiazione ufficiale, gli iconici occhiali da sole punk. Occhiali che fa portare, in varie versioni, a quasi tutte le star, presenti nel suo film: dal musicista-attore-icona, Tom Waits ad Adam Driver, da Cate Blanchett (nella foto sotto, al centro) a Indya Moore. Un film sull’incapacità di dialogo tra generazioni, dove è difficile comunicare in famiglia.

Anche se il vero super favorito fino alla vigilia e che ha vinto “solo” il Leone d’argento-Gran Premio della giuria, è stato The Voice of Hind Rajab, film potente, straziante e necessario della regista Kaouther ben Hania. La storia vera di una bambina di sei anni, intrappolata in macchina, durante un attacco di carrarmati israeliani a Gaza. Le registrazioni originali della sua voce dal telefonino, gli spari continui in sottofondo e l’impotenza totale di chi organizza gli aiuti rischiando ogni giorno la vita, hanno sconvolto tutti alla Mostra di Venezia. L’orrore disumano in diretta.

C’è stata grande soddisfazione pure per i film italiani: la Coppa Volpi a Toni Servillo, come migliore interprete maschile per La Grazia di Paolo Sorrentino, e il Premio Speciale della Giuria a Gianfranco Rosi per il documentario Sotto le nuvole, che uscirà nelle sale il 18 settembre, tutto girato in bianco e nero tra il golfo di Napoli e il Vesuvio.

Avrebbe meritato un premio anche Duse di Pietro Marcello, in uscita sempre il 18 settembre, con una straordinaria Valeria Bruni Tedeschi. Nel film, dove le scene sembrano quadri impressionisti, si vede la Duse a Venezia, malata e lontana dalle scene da più di 12 anni, riprendere in mano la sua vita e il teatro, dopo aver appreso di aver perso tutti i soldi a causa del fallimento della sua banca in Germania. Una scena sottolineata in grande stile dalla montatura ovale retrò con la catena-gioiello. Occhiali preziosi che segnano l’inizio della sua rinascita.

La stessa catena gioiello con occhiali, ma in versione intellettual-chic, la vediamo nel film After The Hunt di Luca Guadagnino al collo di Julia Roberts, stimata professoressa in carriera a Yale, che viene coinvolta suo malgrado in uno scandalo per molestie sessuali da una studentessa che accusa un suo assistente.

Rosaria D’Amico

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