Aimo: le competenze dell’optometrista restano limitate

L’associazione degli oftalmologi presieduta da Luca Menabuoni risponde alla parlamentare Cinque Stelle Celeste D’Arrando in merito a un adeguamento professionale dei laureati in Ottica e Optometria alla luce della legge Lorenzin

«Optometristi figli di un dio minore? Non si tratta di questo, ma le loro competenze sono limitate: l’optometrista, prima di eseguire l'esame delle deficienze puramente ottiche della vista, a nostro parere deve richiedere la certificazione del medico oculista che attesti l'assenza di patologie oculari. E naturalmente non può effettuare diagnosi e prescrivere terapie farmacologiche o chirurgiche per la cura di patologie». Così replica Luca Menabuoni (nella foto), presidente dell’Associazione Italiana Medici Oculisti su Quotidiano Sanità alla lettera pubblicata sul medesimo organo d’informazione dall’onorevole Celeste D’Arrando.
«Semplicemente sono due professioni diverse, una medica e l’altra no: l’oculista è un medico specialista con una laurea in Medicina e Chirurgia, l'abilitazione professionale e il diploma rilasciato dalla scuola di specializzazione, ha almeno 11 anni di formazione ed è specializzato per diagnosticare e curare tutte le malattie degli occhi, eseguire interventi chirurgici, prescrivere occhiali e applicare lenti a contatto. Al contrario, l’optometrista non è un medico e non spetta a lui nessuna delle attività svolte dall’oculista - precisa ancora Menabuoni - L’optometrista, per dirla con una metafora calcistica, non può “toccare palla” se il paziente non si è rivolto prima al medico oculista. Esiste un obbligo in questo senso».

Nella lettera pubblicata su Quotidiano Sanità il presidente di Aimo fa riferimento anche al comportamento, definito «poco etico», di alcuni ottici-optometristi, «che, pur non potendo eseguire visite mediche agli occhi, come le norme stabiliscono, spesso lo fanno senza scrupoli nei loro negozi, di fatto spacciandosi per veri medici. Con la vista non si scherza». Proprio per questo Aimo, si legge sulla medesima testata, condivide l’azione giudiziaria intrapresa dalla Società Oftalmologica Italiana a tutela della salute della popolazione contro l’abuso della professione del medico oculista, che «sarebbe stato perpetrato da alcuni ottici, che avrebbero sottoposto i propri clienti a esami medici non di loro competenza».
(red.)

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