Dal giovane miope al neopresbite: la strada è sempre più breve

L’ottico deve mettere in atto il cambiamento più importante degli ultimi vent’anni: il passaggio dal contesto commerciale a quello professionale, nella sua interezza

Il convegno di Mestre al Padiglione Rama dell’Ospedale dell’Angelo su “Il giovane miope” del 6 giugno scorso ha sottolineato la necessità di una improcrastinabile accelerazione verso un accordo di parti tra l’ottico optometrista e il medico oculista. Non tanto a livello politico: siamo di fronte a un fatto grave, la dilagante miopia fra bambini e adolescenti e la sua conseguente progressione, che deve mettere d’accordo tutti. Se è così importante prendere i giovanissimi miopi all’amo il più presto possibile, lo è altrettanto che il loro deficit visivo venga gestito per almeno tre anni da entrambe le professioni per poterne stabilire un effettivo rallentamento. L’oculista, che prescrive atropina al giovane, oggi è ben disposto anche alla lente a contatto od oftalmica, che possa liberare in un arco temporale ragionevole il suo paziente dall’uso del farmaco. Lo stesso vale per l’ottico optometrista lungimirante, che vede in queste lenti una categoria di prodotto prima inesistente in grado di avviare un ulteriore dialogo con genitori e classe medica.

Così se l’ipotetica palla della buona volontà transitasse da Mestre a Firenze per rimbalzare al prossimo Progressive Business Forum, potremmo dire che l’ottico ha numerose sfide significative davanti a sé e che probabilmente la sola buona volontà non basta. Serviranno talento e applicazione sui grandi temi della miopia giovanile e dell’infanzia perduta della presbiopia. Sì, perché il 19 giugno a Firenze si parlerà molto del momento d’ingresso nella presbiopia, che va dai 44 ai 54 anni: un decennio durante il quale il centro ottico non è stato ancora in grado di cogliere appieno l’opportunità di diventare il primo punto di riferimento e confronto per i neopresbiti.

Inconsapevolmente siamo vicini a una grande svolta: finalmente lo spartiacque tra l’ottica commerciale e quella professionale potrà diventare netto. Da Mestre a Firenze i due binari della miopia giovanile e della neopresbiopia ci richiamano all’ordine. Sta a noi decidere da quale parte stare, considerando che sta nascendo un mondo nuovo, dove area medica e ottico optometrica dialogano e si confrontano sul campo anche con il pediatra, lo psicologo, il sociologo e il comunicatore. Il centro ottico si trova, anche fisicamente, in una posizione privilegiata, a disposizione del pubblico senza appuntamenti a medio-lungo termine, con un bagaglio di professionalità da mettere in campo. Da Mestre a Firenze, dal giovane miope al neopresbite. La strada non è mai stata così breve.

Nicola Di Lernia

 

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