Forum 2022: il nemico principale rimane il premontato

Dalla prima edizione del 2019 a oggi le lenti progressive sono passate da circa il 19% a quasi il 22% di incidenza in quantità sul mercato interno. Ma rimangono molteplici i fattori su cui si può ancora lavorare, dai materiali e le geometrie a, soprattutto, alla sempre massiccia presenza di occhiali da lettura per i primi presbiti. Lo hanno evidenziato domenica scorsa i lavori in plenaria dell’evento organizzato dall’editore di questa testata a Firenze, conclusosi ieri con i corsi di aggiornamento

Come sempre il Progressive Business Forum (nella foto, uno scorcio dell'area espositiva), che domenica ha fatto registrare complessivamente circa 200 presenze e oltre 400 utenti unici in diretta streaming, si è posto come un momento di incontro e confronto molto importante, con un’edizione, ribattezzata “del fare”, che ha visto nei tre anni passati migliorare la qualità e la quantità di progressive sul mercato interno e ha rilanciato, per il prossimo triennio, una nuova ambiziosa sfida. Se l’obiettivo comune e concreto da porsi sul piano numerico è riassumibile nel tentare di raggiungere il 30% di penetrazione di tale tipologia di lenti, come ha sintetizzato Nicola Di Lernia, che ha condotto gli interventi in plenaria insieme alla giornalista scientifica Michela Vuga (nella foto, in basso), da un punto di vista più generale deve tradursi nell’andare «verso la felicità del cliente, poiché è il cliente soddisfatto che fa la felicità dell’azienda». E questo porta crescita. 

Nicola Di Lernia e Michela Vuga

I lavori della giornata si sono aperti con i saluti istituzionali di Paolo Pettazzoni, presidente del Gruppo Lenti di Anfao, che ha anticipato come il prossimo Mido si presenterà con delle novità per quanto riguarda l’incremento della parte educational dedicata agli ottici, e di Andrea Afragoli. Il presidente di Federottica nazionale, attraverso un breve excursus storico dalla nascita dell’occhiale e delle lenti sino all’invenzione delle progressive intorno agli anni 50 del secolo scorso, ha illustrato alla platea la morale che si può trarre dallo studio del passato, fondamentale per interpretare il futuro. «In primo luogo occorre che chi prescrive almeno in parte queste soluzioni visive conosca e apprezzi tali piccoli prodigi della tecnologia ottica. Inoltre è necessario che gli ottici optometristi comprendano fino in fondo le specificità tecniche di ciò che proprio la tecnologia mette a disposizione», ha detto Afragoli, sottolineando come a suo avviso spesso si presti molta, e peraltro giusta, attenzione all’analisi visiva, relegando la parte di scelta motivata del dispositivo a un ruolo minore, in cui talvolta ha più peso il marketing rispetto alle valutazioni di carattere tecnico. «Credo che occasioni come questo Forum servano a fare comprendere la giusta direzione», ha aggiunto il presidente di Federottica.

Di Lernia ha quindi introdotto gli argomenti salienti della giornata. Nel suo intervento, dal titolo Road to customer & retail happiness, ha ribadito di ritenere il premontato, di cui si vendono circa 5 milioni di pezzi l’anno, il principale nemico delle progressive, soprattutto perché fa perdere l’infanzia della presbiopia e il potenziale rappresentato da quei 27 milioni di italiani over 40 possibili utilizzatori di tali lenti, laddove la prima dotazione di multifocali in genere arriva dopo i 50: tutte considerazioni che hanno spinto a chiedersi se, e come, sia possibile arrivare a quella fatidica penetrazione del 30%.

Pettazzoni ha poi proposto alla platea i dati Anfao del 2021 relativi al mercato in generale e alle lenti oftalmiche in particolare, che hanno ben performato, con focus sulle progressive, fornendo in quest’ambito alcuni importanti spunti per riflettere sulle aree di miglioramento utili a raggiungere l’obiettivo. «L’incremento deciso rispetto al 2020 in quantità, pari al 32%, dell’indice 1.6, e del 19% degli altissimi indici comporta anche un aumento importante come valore di vendita, ma voglio rimarcare che ancora, nonostante parliamo di progressive e quindi di un prodotto premium, il 50% delle stesse, che corrisponde a un 40% in termini di valore di sell out in Italia, sono vendute in CR39: ritengo che questo, parlando di possibilità di miglioramento, sia un terreno su cui poter fare delle riflessioni - ha affermato Pettazzoni - Inoltre il 35% delle progressive, circa un terzo, sono costruite con geometrie personalizzate, che tengono conto di tutti i parametri del portatore, mentre il 65% standard, anche se ciò non fa riferimento a vecchie tecnologie ormai scomparse». Il presidente del Gruppo Lenti Anfao ha così evidenziato come, ad esempio, materiali e geometrie possano rappresentare sul fronte tecnico due aspetti di potenziale crescita.

N.T.

 

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