Il 2018 sarà l’anno dell’ottico “panda”?

L’eco del Mido 2018 è partita come di consueto il venerdì, vigilia dell’apertura dei cancelli, con la conferenza stampa al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano: dal tavolo dei relatori pochi ma riflessivi spunti di mercato, su cui il retail deve immediatamente meditare

Il 2017 per l’occhialeria italiana è stato un altro anno “normale”. Secondo Anfao l’export continua a crescere seppure in maniera contenuta: +3,2% per 3,7 miliardi di euro rispetto al 2016. Il comparto dell’occhiale è quello che esporta di più della propria produzione: ben l’85%, un record con una bilancia commerciale eccellente. Tutte le esportazioni mondiali di occhiali, che fanno 18 miliardi di euro, sono composte per il 20% dall’Italia. La percentuale, se si considera la sola quota dell’offerta di fascia alta, si avvicina però al 70%. Tre occhiali belli su quattro nel mondo sono realizzati in Italia. Se l’occhialeria si confronta con altri modelli produttivi italiani questi numeri non possono considerarsi così “normali”.
Lo stesso Giulio Sapelli, economista di fama intervenuto alla conferenza, nelle sue poche ma preziose “chicche” che ha riservato alla platea ha sottolineato come il mondo viva un periodo in cui la crescita nana - quella che non piace all’occhialeria italiana, per intenderci - va a braccetto con una deflazione ormai stanziale. Sapelli però, tra tanta prudenza, ha precisato che il nostro mercato è definibile come anticiclico: in poche parole, degli occhiali non se ne può fare a meno. Un messaggio positivo per il nostro retail abbinato a quello per le Pmi dell’occhialeria che Sapelli ritiene tra le più idonee alla ripresa della crescita, perché condividono il Dna dell’innovazione con le mani sapienti dei propri artigiani.
Il fatto che il mercato italiano sia stato fotografato come asfittico da Anfao, evidentemente nel senso di poco rigoglioso, poco vitale, è il segnale di come l’industria export oriented non viva bene il rapporto con il mercato interno nonostante questo sia una cartina di tornasole utile ai successi oltre confine. Il sell in 2017, secondo Anfao, ha fatto segnare una leggera flessione dell’1,2% in valore complessivo. Sul risultato pesa di più il sole, mentre il vista resta di poco in positivo. È il settore oftalmico questa volta a battere in testa: il sell in 2017 ha chiuso in pezzi a -1,5% e a valore a -1%. Neppure le lenti ad alto valore aggiunto come le progressive sono riuscite a portare le oftalmiche a valore sopra lo zero. Strano, un campanello d’allarme da non trascurare.
In Italia nel retail ci stiamo probabilmente abituando a giocare al ribasso. Solo una élite di poche centinaia di negozi lavora sulla qualità dell’offerta della montatura e della lente. Ancora due anni così e l’intera categoria agli occhi del pubblico cambierà totalmente pelle e le poche centinaia sopracitate diventeranno panda, non più ottici (nella foto, il tavolo della conferenza stampa di ieri a Milano: la giornalista Costanza Calabrese, il presidente di Anfao e Mido, Giovanni Vitaloni, Giulio Sapelli, la blogger Laura Comolli, il direttore generale Ice, Piergiorgio Borgogelli).
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