Il futuro dell'occhiale? Nel dialogo fra ottico e azienda

Organizzato da Eidos, L'ottico e Aio il 6 febbraio scorso a Mido, l'incontro fra produttori e maestri ottici ha evidenziato la centralità del ruolo del professionista della visione, soprattutto se riesce a interpretare le tecnologie più evolute senza mai dimenticare il fattore umano

Come cambia il rapporto fra produzione e ottica? E in particolare come si sviluppa e come si svilupperà nel futuro, soprattutto con il mondo dei maestri ottici, i professionisti che hanno sulle spalle almeno trent'anni di lavoro? Questo il nodo centrale del convegno organizzato da Eidos e la rivista l'Ottico, organo ufficiale dell'Associazione Italiana Ottici, che si è tenuto a Mido 2023 (nella foto principale, il tavolo dei relatori).

A dimostrazione del fatto che il settore è orientato al futuro, uno degli argomenti che da subito hanno catalizzato l'attenzione degli intervenuti è l'intelligenza artificiale. Perché, come hanno spiegato il presidente di Aio, Mario Casini, e Roberto Pregliasco, (nella foto sotto, a sinistra), ottico, coach ed esperto delle dinamiche di mercato, il suo arrivo non solo sta iniziando a modificare molti aspetti della vita dei produttori di montature e dei progettisti, ma anche degli ottici e dei clienti finali che si rivolgono a loro. È evidente che l’avvento dell’AI rappresenta un nuovo spartiacque per il mondo dell'industria e, nello specifico, per il nostro comparto. «Ci sono professioni che oggi hanno ancora un ruolo centrale rispetto alla filiera produttiva, le quali tuttavia rischiano di scomparire e di vedere demandato il proprio compito a strumenti differenti. Non si tratta però di una mera questione tecnologica: questo processo è il frutto di un’evoluzione molto veloce delle scelte del pubblico, che stanno influenzando sempre più i mezzi di comunicazione fra produttori e clienti finali, interessando l'ottico - spiegano in una nota gli organizzatori dell’evento - Oggi le fonti di informazione sono assai diverse rispetto a solo pochi anni fa, ma ciò non significa che l'utilizzatore degli occhiali non si informi più. Anzi lo fa, se possibile, in misura maggiormente attenta e profonda che in passato, utilizzando degli strumenti nuovi, legati allo sviluppo di tecnologie: non ultima l'intelligenza artificiale».

In tutto questo però c'è un aspetto che deve essere basilare per il mondo degli ottici: la capacità di leggere il cambiamento, andando a cavalcare quegli aspetti che possono aiutare a evitare sia la banalizzazione del prodotto sia del proprio ruolo. Anche dall’incontro svoltosi a Mido è perciò emersa in maniera molto chiara la necessità di evitare che il prezzo divenga l’elemento discriminante nella fase di scelta da parte del consumatore. In questo senso il ruolo del centro ottico diviene fondamentale nella sua centralità rispetto al produttore da una parte e all'utente finale dall'altra.

«Il professionista della visione deve essere in grado di raccontare il prodotto che propone e la sua indubbia complessità. E questo dovrà essere comunicato nel modo più appropriato e condiviso da tutta la catena del valore, magari facendo entrare gli ottici in azienda proprio per comprenderne al meglio la complessità, così da poterla a sua volta illustrare al consumatore - prosegue il comunicato - L’azienda dovrà poi aggiornare l’ottico costantemente sull’evoluzione tecnologica introdotta in fase di realizzazione e nel prodotto stesso. A sua volta il professionista dovrà essere in grado di recepire gli input in modo da saperli trasmettere al cliente finale».

Secondo i promotori dell’iniziativa, che hanno dato appuntamento a metà maggio per il tradizionale convegno di Castelbrando, in provincia di Treviso, il futuro del settore passa quindi dalla soluzione di questa equazione, che vede uniti tutti i gangli della filiera e che ha il compito di indicare soluzioni proattive per ridare forza a un comparto che rappresenta da decenni una delle eccellenze dell'industria italiana: un tracciato che deve essere seguito giorno dopo giorno sposando l'innovazione introdotta, senza però mai dimenticare il fattore umano, che in prodotti particolari come gli occhiali diventa il filo rosso che guida verso l'eccellenza (nella foto sopra, a destra, Michele Schirone, fra i relatori dell'evento).

(red.)

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