Industria: fare cultura e informare in modo armonico per sostenere le progressive

Dalla necessità di integrazione della filiera alla personalizzazione, che va declinata anche nella comunicazione, dal valore della tecnologia sino alla necessità di evitare la disinformazione e di cadere nella trappola dello sconto urlato a discapito della qualità: sono stati tanti, e strettamente intrecciati tra loro, i temi sul tappeto all’Anteprima del Progressive Business Forum 2021, che si è svolta il 5 luglio, e su cui i rappresentanti di alcune tra le più importanti aziende oftalmiche si sono confrontati in un dibattito che ha coinvolto anche classe medica e retail

Sembrerebbe scontato ma, per sostenere un comparto che ha raggiunto picchi significativi di sviluppo tecnologico ed eccellenza di prodotto, è essenziale informare tutti gli attori della filiera in modo puntuale, coerente e con un linguaggio consono. Così come è vitale, è emerso nel corso del dibattito, veicolare messaggi chiari e armonici anche al paziente-cliente, in modo da non generare confusione né sui contenuti né su ruoli e competenze.

«C’è una continua ricerca che va proprio nella direzione di comunicare e informare per lavorare in sinergia - ha esordito Anna Maria Nicolini, direttrice marketing di Hoya Italia, individuando il valore basilare di alcuni concetti chiave quali la tecnologia, innanzitutto, e la personalizzazione, che non è soltanto della lente creata in base allo stile di vita e alle esigenze visive, ma anche della comunicazione stessa che deve puntare su linguaggi differenti e mettere in luce non solo caratteristiche tecniche ma anche i benefici - Da uno studio global emerge che i consumatori, anche se conoscono la personalizzazione, sono interessati ad avere sempre di più: il 90% vuole approfondire ed è disposto ad acquistare la lente, i due terzi di loro anche pagandola in misura superiore. La personalizzazione è dunque un tema fondamentale e in questo la comunicazione tra industria, ottici optometristi e oculisti è alla base, perché è solo con la sinergia che si riesce a dare la migliore soluzione al cliente e paziente».

Sul concetto è intervenuto anche Pietro Speroni, direttore commerciale di Carl Zeiss Vision Italia, che ha posto l’accento sulla tecnologia, sviluppata con ingenti sforzi e investimenti dalle aziende, quale presupposto per riuscire a produrre lenti che contengano elementi importanti di personalizzazione. «Quel che ai giorni nostri pare scontato, ordinare una lente con i parametri individuali, che nascono dall’interazione tra la prescrizione e la parte legata alla montatura scelta, vent’anni fa era impensabile - ha detto Speroni - Uno sforzo notevole fatto dall’industria è stato sviluppare la strumentazione per andare a catturare tali parametri in modo estremamente preciso, con l’obiettivo non solo di portare le persone ad adattarsi alle progressive ma, più in generale, di andare nella direzione del benessere visivo».

Ad approcciare il concetto di filiera è stato Luca Strigiotti, partendo dal presupposto che l’obiettivo finale è il benessere del portatore. Il direttore generale di Essilor Italia ha evidenziato come si aprano grandi opportunità, alcune derivanti da fatti numerici, perché la curva demografica per i prossimi 15 anni fornirà naturalmente un boom in termini di nuovi presbiti, altre da una auspicabile sinergia all’interno della filiera stessa, che «ha già fatto per ciascun comparto passi interessanti, il prossimo è quello dell’integrazione - ha chiosato Strigiotti - La presa di coscienza di problematiche visive figlie di nuovi stili di vita e di nuove dinamiche ci impone il diritto e dovere di integrarci: dal lato azienda, nel raccontare l’avanguardia dei prodotti in maniera costante, da quello classe medica e area tecnica, nell'abbracciare i cambiamenti». Citando i dati di un osservatorio internazionale Essilor, il manager ha evidenziato come in Italia oggi, rispetto a una media europea, a parità di prodotto e di opportunità si personalizzi il 20% in meno. «Da questo punto di vista c’è un protocollo che va seguito - ha affermato - Le aziende hanno investito molto per sviluppare la strumentazione e continuano a farlo per andare nella direzione dell’innovazione, ma al tempo stesso occorrono, soprattutto, un protocollo e una formazione delle persone che all’interno della filiera svolgono tutti i vari passaggi. Da questo punto di vista penso si possa e si debba fare di più».

A conclusione dei loro interventi, agli esponenti dell’industria Matteo Piovella ha posto una provocazione. «Come medico propongo sempre la cura migliore: mi rivolgo a voi con la stessa mentalità - ha detto il presidente Soi - Se invio un paziente a un ottico, non penso che questi gli possa offrire due livelli di prodotto, condizionato dal costo, perché l’unica cosa che vale a livello medico è la miglior cura». Sulla stessa linea Luigi Mele, che ha ribadito che «il concetto chiave deve essere: miglior cura, miglior tecnologia, miglior prodotto, tutto solo ed esclusivamente per la migliore qualità di vita del paziente - ha affermato l’oftalmologo - La progressiva, se è ben prescritta, valutata, consigliata, costruita e venduta verrà tollerata subito, la personalizzazione è fondamentale per superare i problemi di adattamento e le multifocali individuali rappresentano il meglio: proporrei solo quelle. Ritengo che questo incontro possa essere un punto di partenza per un protocollo e delle linee guida a ponte tra i due mondi medico e tecnico, per arrivare a prescrivere e a consigliare solamente lenti progressive personalizzate» (nella foto, da sinistra: Piovella, i conduttori Nicola Di Lernia e Michela Vuga, Nicolini, Speroni e Strigiotti all'Anteprima Progressive Business Forum 2021).

N.T.

Lenti oftalmiche