Le lac? Non sono un oggetto che si compra su Amazon

È una delle riflessioni emerse mercoledì scorso all’Università di Milano Bicocca, prima tappa di Real Life, l’iniziativa itinerante promossa da Assottica e Federottica negli atenei italiani con corsi di laurea in Ottica e Optometria: erano circa 150 le persone presenti, tra manager della contattologia, ottici optometristi, giornalisti, ma soprattutto studenti accademici e dell’Istituto Galilei

«Dobbiamo far percepire il valore della lente a contatto, la quale non è un oggetto che si compra su Amazon, e al tempo stesso il valore della nostra professionalità». Chi meglio di una giovane come Federica Luoni, laureata proprio alla Bicocca e ora operativa in un centro ottico della provincia di Milano, nonché parte del Coordinamento dell’Adoo, poteva proporre a dei suoi quasi coetanei un’immagine tanto sintetica quanto efficace della contattologia? Luoni è stata una dei protagonisti del primo appuntamento di Real Life, che nelle prossime settimane toccherà Lecce e Roma, per poi dirigersi verso le altre città sedi di corsi di laurea in Ottica e Optometria. «Le lenti a contatto offrono diverse opportunità commerciali e professionali al centro ottico, dall’incremento del traffico al cross selling, alla facilità di ritorno del cliente, ad esempio», ha ricordato Andrea Milletti, presidente di Assottica, l’associazione confindustriale che rappresenta le principali aziende produttrici o distributrici di lac disposable in Italia. Inoltre la contattologia è «uno degli elementi più alti della nostra professione - ha detto ai giovani uditori Andrea Afragoli (nella foto sotto), numero uno di Federottica, la maggiore associazione nazionale di centri ottici - L’iniziativa di oggi in Bicocca, oltre che utile per far scattare una scintilla da portare proprio nella cosiddetta “real life” che vivrete da professionisti della visione, ha una valenza simbolica: siamo di fronte a un lavoro di squadra tra mondo dell’industria che incontra quello associativo e a una sorta di ponte che lega l’università alla scuola superiore».

Il plus professionale che può garantire questa attività lo hanno evidenziato anche altri relatori intervenuti il 10 maggio: da Renzo Zannardi, che ha raccontato come la prima, difficile applicazione di lac abbia cambiato la sua vita di ottico optometrista, al docente Fabrizio Zeri, che ha sottolineato come la contattologia sia identitaria dell’optometria, introducendo Giulia Rizzo, laureata in Bicocca dove ora insegna, che ha spiegato agli studenti come le lenti a contatto richiedano tempo, passione e aggiornamento continuo, ma si tratta di tempo ben speso che ritorna al professionista in gratificazione personale e anche in fidelizzazione del portatore.

Il team di lavoro di questo progetto è composto anche da Alessandro Protti, Daniele Giglioli ed Enzo Spoto, manager dell’industria della contattologia, che hanno coinvolto i ragazzi in domande e considerazioni con modalità interattive durante la mattinata. Ma che soprattutto hanno voluto trasmettere quella che poi è risultata la parola chiave anche dai commenti digitali dei presenti. «È la passione che ha guidato il padre delle lenti a contatto morbide, Otto Wichterle, ed è la passione che deve continuare a guidare noi, in una delle pratiche più affascinanti per gli ottici optometristi», ha affermato Sandro Saggin (nella foto sopra), alla guida di Real Life (nella foto principale Andrea Milletti, all'evento del 10 maggio, che è stato introdotto da Adele Sassella, responsabile del corso di laurea in Ottica e Optometria alla Bicocca).

A.M.

Lenti a contatto