Luxottica o impresa familiare: l’unico futuro per i nostri giovani?

Si stima che il 90% dei diplomati in ottica trovi lavoro entro sei mesi. Neppure nei momenti neri di questi ultimi trent’anni abbiamo sentito parlare di crisi di occupazione giovanile nel settore. Anche perché il passaggio generazionale dei centri ottici è stato in parte bilanciato dalle aperture di nuove o consolidate insegne, con la conseguente assunzione di forze fresche

Nel calcio si sostiene che con i giovani non si vincono le Champions ma si possono costruire progetti a medio termine potenzialmente vincenti. Eccoci al punto. La scelta di Luxottica di calamitare i giovani talenti neodiplomati è ghiotta. Azienda top, marchio star come Ray-Ban, brand di eccellenza del retail italiano come Salmoiraghi & Viganò. Difficile che un talento, seppure ribelle, desideri affidarsi ad altre mani per il suo primo impiego, che prevede tra l’altro un premio d’ingresso. Questa ricerca da parte di Luxottica mi ricorda la recente campagna talenti di un’importante insegna familiare del centro Italia (nella foto). Questo tipo di realtà ha bisogno di talenti da far crescere e Luxottica, nonostante la sua dimensione, resta pur sempre una famiglia nell’accezione migliore. Tanto che tre anni fa riunì in H-Farm una moltitudine di ragazzi di estrazione diversa, stimolandoli a disegnare il negozio perfetto e il suo occhiale intelligente.

Eppure nell’ottica in Italia si continua a parlare poco di giovani. Ottici diplomati, optometristi in erba, laureati. Questi ultimi, in particolare, preda della rete ingarbugliata del rapporto con la classe medica, non riescono a emergere come meriterebbe il loro percorso formativo. Ma anche quanti hanno studiato optometria, disillusi dalle svanite conferme di un ruolo socialmente riconosciuto, costretti a cercare soddisfazioni individuali più che un gioco di squadra. Così il futuro dell’ottica non si distingue sui palcoscenici abituali, che mettono in evidenza i soliti grandi noti. Ecco perché per un talento neodiplomato entrare in un’organizzazione leader in Italia e nel mondo può essere la grande occasione. Perché oggi non ci sono altri modelli se non quello della famiglia, del delfino che va a formarsi e sa dove tornare al termine degli studi. Forse abbiamo sottovalutato la forza attiva della gioventù dell’ottica: quando incontriamo qualcuno che lavora fuori dalle mura di casa e che mostra capacità e potenzialità apprezzabili, generalmente ci si sorprende ancora. Il futuro di questo settore non possono tracciarlo gli over 50, che invece hanno il compito di guidare i giovani per lasciarli andare, come un aquilone.

Nicola Di Lernia

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