Non chiamatela acqua alta, per favore

Ho sempre scritto che le parole sono importanti. Nella loro etimologia e nel loro significato moderno. Quello che ha messo in ginocchio la mia città martedì notte era un'alluvione, come quella del 1966. L’acqua alta o “granda” è un’altra cosa

Molti mi chiedono come si vive a Venezia. La mia risposta è: unica e faticosa. Non esistono sentimenti ed emozioni inespresse nella mia città. C’è tutto. Però ogni giorno siamo messi alla prova dalla sua fisicità che contrasta con la nostra, che ogni giorno scema. Venezia è ancora lì, da più di mille anni. Una famosa attrice cinese a una cena mi disse a proposito di Venezia: è la prova che l’uomo è in grado di fare qualsiasi cosa. Vero. I nostri antenati deviarono i fiumi per rendere la Laguna da fenomeno provvisorio a millenario. E per chi, con superficialità, parla della sua esistenza attuale, Venezia non è un luna park. È semplicemente un sogno che appartiene al mondo intero.

Ma oggi tutti i veneziani, compresi quanti come me sono stati solo sfiorati dalla tragedia, sono in ginocchio. Mercoledì scorso non sono riuscito a bere un caffè dopo le fatiche di allontanare l’acqua salsa dai miei libri, perché tutte le attività commerciali erano chiuse. Ho abbracciato molti di loro. Ho sorriso per non piangere. Ho pianto quando il mio libraio preferito, nella sua libreria quasi centenaria, ha barcollato verso di me stanco e ferito nell’animo. Non bisogna scherzare con i sentimenti della gente. A Venezia la gente c’è, cerca di essere tutti i giorni all’altezza di questa città maledettamente bella e fragile come una danzatrice del passato.

Il Mose è ormai una tentata soluzione vecchia di trent’anni. Gli anziani dicono che il Mose ha fatto ridurre le quattro bocche di porto sulla Laguna. Restringere non vuol dire fermare l’acqua ma costringerla a entrare con maggior vigore. Ieri l’acqua alta era ferma, come quando riempi una vasca. Oggi è un fiume in piena. Se esistono ancora tecnici preparati e onesti questa verità verrà a galla. Qualcuno dovrà trovare il coraggio di buttare il Mose e ripensare la salvaguardia della Laguna con soluzioni di oggi e di domani, non di ieri. Ma chi avrà la forza di fare tutto ciò? Ha ragione l’attrice cinese. Venezia è veramente la prova che l’uomo è in grado di fare qualsiasi cosa. Anche in peggio.

Nicola Di Lernia

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