Sight for Kids 2018-19: due livelli di prevenzione

Dopo gli ottimi risultati dell’edizione precedente è ripartito il programma di servizio che si inserisce nelle attività dei Lions Club di tutto il mondo per la lotta alla cecità: patrocinato da Soi, Aiorao e Federottica, in partnership con primarie aziende oftalmiche, dell’eyewear e della contattologia, prosegue in tutta Italia con screening per bambini sino ai 6 anni per individuare l’ambliopia 

L’edizione dello scorso anno di Sight For Kids ha raggiunto quasi 75 mila screening effettuati. «Il nostro obiettivo primario a lungo termine è un po’ ambizioso in quanto desideriamo estendere l’attività a tutti i bambini sino a 6 anni in Italia, quindi eseguire il maggior numero di controlli possibili da oggi ai prossimi anni – spiega a b2eyes TODAY Giovanni Amerio, medico oculista di Orbassano, in provincia di Torino, recentemente subentrato ad Alberto Soci quale responsabile del progetto – Lo scopo centrale di quest’anno si focalizza, invece, sull’attività di sensibilizzazione della popolazione: vogliamo veicolare il messaggio della necessità di una visita di controllo oculistica sin dalla tenera età». Il nuovo progetto sarà strutturato in maniera diversa. «Abbiamo deciso di suddividere gli screening in due macro categorie: una, di primo livello, destinata ai bimbi dai 10 ai 22 mesi, individuando i fattori di rischio di sviluppo dell’ambliopia, poiché in questa fascia d’età è più facile intervenire – dice lo specialista – L’altra, di secondo livello, rivolta ai bambini dai due anni circa ai sei anni, in cui l’ambliopia si presuppone sia già presente: in questi casi va individuata, limitata e risolta».
Gli interventi di Sight for Kids sono in programma all’interno di manifestazioni locali e nelle scuole dell’infanzia e primarie, in linea con la scorsa edizione. «Oculisti, ortottisti e ottici sono le figure che partecipano, come per il 2017-18, a Sight for Kids: quest’anno intendiamo rafforzare la collaborazione tra gli attori - afferma Amerio - Ovviamente gli screening sui bambini saranno eseguiti da oculisti e ortottisti, mentre agli ottici è affidata l’importante opera di sensibilizzazione attraverso la distribuzione di opuscoli informativi nei punti vendita, che vorremmo fosse ancora più capillare: inoltre chiediamo il loro contributo per la realizzazione degli occhiali, consulenza ancora più importante quando si tratta di montature indossate dai bambini, che richiedono competenze tecniche specifiche». Rimane l’obiettivo di raccolta dei dati, già presentati al ministero della Salute. Nella scorsa edizione sono state individuate, infatti, le percentuali territoriali di positività all’ambliopia: al nord Italia è risultata del 6,34%, con punte di 7,4% in Veneto, al centro del 7,35% e al sud del 9,75%. La percentuale di “positività presunta” generale è stata di 8,65%. «Un dato più alto rispetto a quello diffuso dal ministero della Salute, fissato al 3% circa, perché gli screening effettuati sono stati molto scrupolosi e sono stati inviati a un approfondimento anche i soggetti che sono poi risultati falsi positivi: proprio per tenere traccia di questo ulteriore dato è ora nostra cura mantenere un rapporto con il medico oculista che effettuerà l’ulteriore controllo da noi suggerito, cui viene segnalato con cartellino giallo o rosso il grado presunto di positività riscontrato in fase di screening – precisa il professionista piemontese - Inoltre, vogliamo aggiornare e integrare i dati raccolti, elaborando una statistica, attraverso l’avvio di un’indagine conoscitiva, ossia un questionario da far compilare ai genitori per capire, ad esempio, a che età i figli sono stati sottoposti alla prima visita oculistica: questo ci aiuterà a tracciare un quadro generale della situazione italiana».
F.T.

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