Sparnelli: per Maradona ho pianto come per un familiare

L’ottico napoletano, che già tre anni fa aveva rivelato a b2eyes TODAY il proprio amore incondizionato per il campione argentino, si unisce a tutti i suoi concittadini nel dolore e nel ricordo di un uomo che è stato molto di più di un simbolo

«Mercoledì pomeriggio ero in negozio quando mi è arrivato il messaggio di mio figlio con la notizia - racconta al nostro quotidiano Ferdinando Sparnelli, titolare di Filottica Sparnelli di via Santa Maria la Nova - Davanti a una cliente mi è scesa una lacrima, tanto che lei mi ha chiesto se era successo qualcosa di grave». E qualcosa di davvero grave, addirittura inimmaginabile, era accaduto. «Con tutto quello che aveva passato nella sua vita, Diego ci sembrava immortale - aggiunge Sparnelli - Ricevuta la notizia, ci siamo telefonati tra colleghi, amici e parenti, ho provato lo stesso dolore che per la scomparsa di un familiare e la notte seguente ho faticato a dormire».

L’ottico napoletano ha sempre avuto un rapporto particolare con Maradona. «Sul mio cellulare c’è la sua foto, quando era in carcere in Argentina gli feci arrivare i miei auguri personali di compleanno tramite una lettera alla Gazzetta dello Sport e per anni ho scritto a tutti i giornali sportivi missive in sua difesa che sono state regolarmente pubblicate», afferma Sparnelli, che è diventato lui stesso uno dei simboli della passione partenopea per il Pibe de Oro. «Un mese fa due giornaliste della testata Meridiani sono venute a intervistarmi all’interno di un reportage sui 60 anni di Diego e sui luoghi del suo culto a Napoli: una di loro, juventina, mercoledì mi ha subito telefonato per dirmi che avrebbe voluto essere in questi giorni in città per partecipare di persona al grande dolore che stiamo tutti provando, dopo le emozioni che le abbiamo trasmesso con quel servizio giornalistico», spiega l’ottico, che più di trent’anni fa ha avuto la fortuna e il piacere di incontrare il suo idolo allo stadio San Paolo (nella foto).

«Diego Armando Maradona ha rappresentato in quegli anni anche una forma di riscatto per Napoli e i napoletani - conclude Sparnelli - Una volta disse di non aver mai preteso di essere un esempio per qualcuno ed era consapevole che se aveva fatto del male, lo aveva fatto soprattutto a se stesso. È paragonabile a Caravaggio: il loro genio, in pittura o su un campo da calcio, prescinde dalla loro vita e dai loro comportamenti».

A.M.

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