Tiopto: solo un confronto serio può contrastare l’abusivismo professionale

«Tutti sono interessati a migliorare l'informazione e la tutela della visione. Innanzitutto è bene chiarire le parole importanti. L'abusivismo è di quei pochi che millantano di prevenire la maculopatia o il glaucoma. Il Registro Tiopto ha già chiesto ad alcuni colleghi di correggere comunicazioni e atteggiamenti, anche se è volontario e non ha potere sanzionatorio», afferma Andrea Afragoli (nella foto), che, anche per conto di Anto Rossetti e Simone Santacatterina, interviene su b2eyes TODAY a nome di Tiopto in merito alla questione

«D'altra parte è noto che persino gli Ordini, che invece hanno potere sanzionatorio, faticano a correggere comportamenti inadeguati, ad esempio pubblicità aggressiva, attività in comparaggio e così via: all’interno del Registro Tiopto i professionisti mettono in chiaro il proprio ruolo e la propria formazione, condividono modi di fare, si mantengono aggiornati, insomma tendono a lavorare bene e in dialogo professionale - aggiunge Afragoli - Ma cosa si intende esattamente per abusivismo? Non sono tali l'esame visivo e la compensazione delle ametropie fatta da ottici e optometristi: l'esame visivo è atto medico quando compiuto dal medico, ma non è atto medico per sé, infatti è attribuito anche a ottici e optometristi da tempo, per ovvie necessità sociali. Similmente, dichiarare malattia qualsiasi miopia pare strumentale: fino a 6 diottrie l'allungamento è considerato, infatti, nella variabilità normale. Comunque la scelta di correzione da parte di ottici e optometristi è lecita e non impedisce il controllo del medico riguardo eventuali effetti sulla salute. Come ha dichiarato proprio alla tavola rotonda del Congresso di Francavilla al Mare un Colonnello dei Carabinieri-Nas, per risolvere la gran parte dei presunti abusi, confronto e accordi tra professionisti sono più che sufficienti».
E sulle recenti contrapposizioni a livello interdisciplinare? «Le associazioni europee di optometria e ottica, Ecoo ed Eaoo, ci segnalano che in vari paesi è aumentato l'attrito tra le categorie di ottici, optometristi e medici. Poi ci sono i ritmi di questa nostra società, che pare particolarmente litigiosa - dice Afragoli - L'area ottica e optometrica lavora insieme sul tavolo interassociativo Tiopto: ciò rende semplice parlare con l'intero ambito associativo e cercare un accordo, mentre il dialogo all’esterno cambia e s'inceppa ogni volta che parte senza una convergenza, ad esempio se ignora leggi e giurisprudenza oppure se relega a meri "assistenti" ottico e optometrista, mentre si tratta di libere professioni, ausiliarie ma indipendenti e con competenze esclusive». Secondo Tiopto, infatti, fare un paio di occhiali o applicare lenti a contatto implica scelte professionali, non meramente tecniche. «Una ricetta medica contiene solo alcuni elementi per il dispositivo ottico, il resto sono competenze professionali di ottici e optometristi, che come in ogni ambito sono più o meno esperti o corretti: ma esempi anomali non rappresentano un'intera categoria - precisa ancora Afragoli - D'altra parte è assurdo che non si veda come le dinamiche sociali stiano volando ben sopra queste incomprensioni e come risulti indispensabile trovare subito un accordo per un'assistenza migliore, sostenibile e accessibile».
Quale ruolo possono giocare i produttori di strumenti diagnostici per studi oculistici e centri ottici nel contrasto all’abusivismo professionale? «Chiarendo sempre quale abusivismo s'intenda, si sa che molti strumenti hanno una duplice funzione: per l'esame visivo-refrattivo e per la diagnostica medica. La lampada a fessura è esemplare: indispensabile per le lenti a contatto, ma da gestire per segnalare condizioni anomale che inevitabilmente si osservano durante l'esame ottico e optometrico. Quest’ultimo, tuttavia, cosa che dovrebbe ormai essere ben chiara a tutti, non sostituisce quello medico, bensì entrambi convivono con finalità diverse - spiega Afragoli - E non ha senso mettere sulle spalle dei produttori arzigogolate limitazioni di vendita, rese facilmente obsolete da una tecnologia che corre: nessuna tecnologia può sostituire il processo di diagnosi e terapia, ma può integrare e semplificare certe attività». Tant’è che, secondo Tiopto, pure in questo ambito emerge la necessità di coordinarsi, con i produttori di strumenti da una parte e con le esigenze medico-oftalmologiche dall’altra. «Talvolta sembra che certi abusi siano "alimentati" da una normativa rigida, confusa e per alcuni versi ambigua: anche in questo caso, se ottici, optometristi e oculisti si confrontano seriamente, si potrà trovare un buon accordo per tutta l'assistenza», conclude Afragoli.
A.M.

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