Un dispositivo indossabile guida i nuotatori non vedenti

Il device, chiamato Argo, ha vinto la diciottesima edizione italiana dell’annuale concorso internazionale di progettazione e design, il James Dyson Award: da agganciare agli occhialini, è stato ideato per aumentare l’autonomia in vasca delle persone con disabilità visiva, segnalando la virata e l’orientamento attraverso precise vibrazioni

Argo è stato realizzato da Sara Labidi, Giuseppe Campanale e Daniela Bigon dell’Università Iuav di Venezia, in stretta collaborazione con una nuotatrice ipovedente, cercando la soluzione a un problema concreto. «A oggi è necessaria la presenza di un tecnico che guidi un atleta con disabilità visiva nel corso dell’intera attività: il cosiddetto tapper, che segnala virate e arrivi toccandogli la testa o la spalla con un bastone dotato di un terminale in gomma - si legge in una nota di Dyson Italia - La virata, però, non rappresenta la sola problematica da affrontare per i nuotatori ciechi: infatti, risulta particolarmente difficile anche mantenere un andamento rettilineo nella corsia, tendendo così a nuotare verso i galleggianti che, oltre a ostacolare la performance agonistica, provocano continue lesioni fisiche».

Il dispositivo indossabile progettato (nella foto) ha proprio l’obiettivo di aumentare l’autonomia dei nuotatori con disabilità visiva, segnalando la virata e l’orientamento in vasca attraverso precise vibrazioni. «Oltre al wearable device, da agganciare agli occhialini da nuoto, Argo si configura come un contenitore portatile composto da tre elementi: una stazione di ricarica wireless, che funge da custodia, due apparecchi gemelli contenenti un laser, una fotocellula e un sensore a ultrasuoni da collocare sulle due estremità della piscina», precisa il comunicato. I sensori rilevano quindi i movimenti del nuotatore e lo avvertono tramite tre vibrazioni differenti rispetto all’orientamento lungo il rettilineo e l’approssimarsi ai galleggianti che delimitano la corsia. «Abbiamo eletto Argo vincitore perché è una protesi che semplifica la vita di chi non vede e che ha necessità di frequentare l’acqua: utile quindi per gli atleti, gli amatori e anche per chi in vasca deve andarci per riabilitazione o fisioterapia», si legge tra le motivazioni della giuria che ha selezionato il progetto.

Dal 2005, il James Dyson Award, promosso dalla James Dyson Foundation, ente a scopo benefico dell’omonima azienda, coinvolge laureandi e neolaureati in ingegneria e design, in tutto il mondo, a studiare la soluzione a un problema. Il progetto italiano, cui è stato assegnato il riconoscimento di circa seimila euro, accederà ora alla fase internazionale dell’Award, sfidando quelli provenienti dagli altri paesi in cui è presente il premio. Il vincitore internazionale sarà annunciato il 16 novembre e si aggiudicherà quasi 36.000 euro.

(red.)

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