Hoya: un evento online per i 5 anni di MiyoSmart in Italia

Si è tenuto il 9 settembre scorso e ha avuto complessivamente circa 600 partecipanti: collaborazione e complementarità tra le categorie professionali coinvolte, dall’educazione alla cura e gestione della miopia, per essere sempre al fianco delle famiglie, sono stati gli argomenti chiave trattati dal panel di esperti presenti

Cinque anni dopo l’introduzione in Italia di MiyoSmart, la prima lente oftalmica per la gestione della miopia infantile entrata nel nostro mercato, Hoya ha voluto celebrare la ricorrenza con uno speciale evento online (nella foto) che ha visto protagonisti oculisti e ottici optometristi in un confronto diretto, moderato dalla giornalista Maria Rita Montebelli: tra gli oftalmologi, i docenti universitari Paolo Nucci e Aldo Vagge, oltre a Mario Ravot; per l’area ottico optometrica, Paolo Anzani, Bruno Maestrelli e Alfredo Mannucci; in rappresentanza di Hoya, l’amministratore delegato della filiale italiana, Maurizio Veroli, e Cécile Clavier, global director paediatric business unit di Hoya Vision Care. Dopo un lustro, sono oggi disponibili su MiyoSmart follow-up fino a otto anni e oltre 90 studi pubblicati.

Come spiega una nota di Hoya Italia, Nucci, tra i primi nel nostro paese ad avvalersi di questa tecnologia, ha ribadito che la miopia non è un semplice difetto visivo, ma una condizione che può avere conseguenze serie. «Un’insorgenza precoce porta a una progressione più rapida e a rischi significativi, come distacco di retina, maculopatia miopica, glaucoma e cataratta. Con le lenti a tecnologia D.I.M.S. possiamo ridurre del 60% l’evoluzione miopica: un bambino destinato ad arrivare a dieci diottrie si fermerà quindi a quattro. Un risultato che cambia la vita», ha ricordato il docente ordinario di Oftalmologia all’Università degli Studi di Milano, il quale ha sottolineato anche l’importanza della collaborazione tra oculisti e ottici optometristi. «Per la prima volta le due categorie collaborano in modo virtuoso, ciascuna con le proprie competenze, per un obiettivo comune: la salute visiva dei bambini - ha affermato ancora Nucci - Le evidenze scientifiche sono ormai così robuste da rendere quasi doveroso proporre la gestione attiva della miopia: non offrire questa possibilità significa perdere un’occasione per la visione futura dei nostri pazienti».

Centrale, nel dibattito emerso dall’evento digitale, il ruolo degli ottici optometristi come primo punto di contatto con le famiglie: rappresentano quindi un ponte comunicativo, «per accompagnare genitori e bambini in un percorso di prevenzione», ha dichiarato Anzani. Gli ha fatto eco Maestrelli, che ha definito questa collaborazione un «triangolo virtuoso con la famiglia al centro e, ai lati, ottico e oculista uniti da responsabilità condivise».

Mannucci ha raccontato la propria esperienza con oltre 200 bambini trattati. «Essere proattivi significa assumersi la responsabilità di informare i genitori e promuovere soluzioni efficaci come MiyoSmart - ha affermato - I risultati che osservo ogni giorno mi confermano l’importanza del nostro ruolo accanto agli oftalmologi».

Il comunicato ricorda inoltre, che con la creazione di una business unit dedicata al benessere visivo dei più giovani, avviata sin dal lancio di MiyoSmart e ora maggiormente proiettata sui mercati in cui la lente è presente, Hoya «conferma il proprio impegno nel guidare la rivoluzione nella gestione della miopia nei giovani, trasformando la ricerca scientifica in soluzioni concrete per milioni di bambini e famiglie». Perché «non esiste un livello sicuro di miopia: ogni diottria conta e ogni prescrizione tradizionale è un’opportunità mancata», come ha evidenziato Clavier, offrendo la prospettiva internazionale condivisa con l’International Myopia Institute.

«Cinque anni fa in Italia non esisteva nulla di simile: nel corso di tale periodo stimiamo che il 10% dei giovani in progressione miopica gestisca tale difetto visivo - ha spiegato Veroli - È un risultato importante, che conferma l’efficacia e la validità del nostro impegno. I numeri ci dicono anche che possiamo e dobbiamo fare di più: in Italia c’è ancora circa un milione e mezzo di giovani che sarebbe opportuno trattare. Se nei primi cinque anni abbiamo raggiunto questi importanti risultati, nei prossimi cinque puntiamo a uno sviluppo esponenziale, grazie all’impegno condiviso con e tra i professionisti della vista e della visione» (nella foto, da sinistra: Ravot, Vagge, Nucci, Veroli, Montebelli, Clavier, Anzani, Maestrelli e Mannucci).

A cura della redazione

 

Lenti oftalmiche