Nel XV capitolo de Il Castello, ultimo e incompiuto romanzo di Franz Kafka pubblicato postumo nel 1926, l’agrimensore K. ascolta un lungo discorso di Olga, sorella del messaggero Barnaba, che parlando della propria famiglia espone i perversi poteri della somiglianza, capace di minare alla base il complesso sistema di mediazioni su cui si basa la vita del castello e renderlo ancora più indecifrabile. La scrittura visionaria di Kafka estremizza una costante antropologica di vasta portata: fin dall’antichità l’eccezionale somiglianza di persone non legate da parentela è un fenomeno estremamente perturbante perché scompagina il primo dei tratti identitari, l’immagine somatica.
L’arruffata burocrazia italiana ha concesso di fondersi e confondersi tra gli optometristi a tutti coloro che hanno frequentato, spettatori o protagonisti, un qualsivoglia corso così denominato. L’immagine professionale somatica, che in oltre quarant’anni si è venuta delineando, è così ancora caliginosa e incerta che perturba alcuni e inorgoglisce altri.
Domani pomeriggio a Mido assisteremo all’incontro con Paul Folkesson (nella foto), presidente dell’European Council of Optometry and Optics, che porterà il pensiero dei competitor europei, ai quali volgiamo sempre lo sguardo ammirato e avido. La segreteria di Mido e questa testata hanno profondamente voluto questo confronto e hanno creato un evento, per ora orgogliosamente unico: vogliamo credere che possa cagionare una platea diversa dal solito, con un analitico e sereno contraddittorio in grado di consentire di scoprire la distanza con la professione d’oltralpe, con spunti di riflessione che confidiamo ci aiuteranno nella riflessione identitaria.
Sergio Cappa
Mido, alla scoperta della vera identità degli optometristi
