Anche per i medici oculisti è l’ora del cambiamento

Lo ha dichiarato Matteo Piovella, intervistato al Progressive Business Forum 2021, aggiungendo che tutti siamo portati a posticiparlo, ma è arrivato il momento di affrontarlo. E questo è vero pure nell’ottica

Il mondo negli ultimi 20 mesi è cambiato almeno quattro volte. Nonostante ciò, il panorama del mercato della presbiopia conserva ancora dei lati oscuri. Nell’intervista al presidente Soi del 19 settembre scorso si sono puntualizzati alcuni di questi aspetti, per dare finalmente voce a cosa pensa il mondo medico al riguardo. Perché il sell out delle progressive cresce nel valore e non troppo nel volume, benché la popolazione invecchi, la tecnologia migliori e i presbiti siano sempre più giovani? Piovella ha risposto che la lente progressiva sta uscendo da un passato difficile, in cui la tecnologia o la sua applicazione, non al livello di quelle attuali, aveva generato portatori che tornavano anche dagli oculisti insoddisfatti della scelta. Oggi, però, le cose sono cambiate e ricorrere agli occhiali progressivi è la sua prima indicazione per i pazienti che diventano presbiti: lui stesso prescrive queste lenti senza le ansie del passato almeno per il 70% dei disturbi collegati alla presbiopia di coloro che visita. Abbiamo perso quindi una generazione di presbiti per conquistarci quella successiva? Per Piovella ci si deve lavorare ancora: le persone vogliono essere attive nel giudizio personale e addirittura dare anche le proprie indicazioni alla soluzione dei loro problemi. In sintesi, la tecnologia attuale rassicura ampiamente il medico oculista riguardo la lente progressiva, ma l’asticella del paziente-cliente è più alta che in passato e occorre dargli una soluzione visiva impeccabile.

In merito al rapporto oftalmologo-ottico il presidente della Soi conferma la necessità di una interazione tra le due figure. La scelta della migliore soluzione per un presbite è il risultato della sinergia tra i due, ma la gente oggi è particolarmente sospettosa in tutto e va sempre conquistata. Infine, all’ultima domanda, se sia soddisfatto o meno della comunicazione verso il pubblico circa il tema presbiopia, Piovella ha dichiarato che in generale è totalmente insoddisfatto della qualità dell’informazione in campo medico: nella maggior parte dei casi non permette al paziente di fare una vera scelta su cosa scegliere per il suo problema di salute. Riguardo al nostro mercato, offre una sua ricetta: si deve trovare un messaggio semplice, univoco, comune tra tutti gli attori della filiera verso il pubblico dei presbiti, per convincerlo della bontà di una correzione che tutti sono obbligati a dover prima o poi adottare. Le battaglie individuali per il business vengono dopo.

Negli ultimi due anni, grazie principalmente al Progressive Business Forum, la classe medica si è espressa e avvicinata come non mai alla tecnologia delle progressive e al rapporto con l’industria e l’area ottico optometrica. Questo passo in avanti ha evidenziato la direzione delle possibili sinergie che si possono creare. Il centro ottico è una grande cassa di risonanza nei confronti del pubblico, l’oculista rappresenta il referente per la salute della vista. Se il primo ricordasse non solo che è in grado di fare un controllo gratuito, ma anche che resta indispensabile una visita specialistica periodica, e se il secondo consigliasse a due pazienti su tre l’occhiale con lenti progressive, forse cominceremmo a mettere delle pietre pesanti su questo cammino. A volte problemi complessi necessitano di soluzioni semplici. E di qualcuno che faccia il primo passo e ci metta la faccia. Magari l’ottico?

Nicola Di Lernia

Professione