Caro presidente, oggi serve un altro miracolo

Sembra passato un secolo quando Mido albeggiava a maggio nei padiglioni della vecchia Fiera di Milano ed erano troppe le cravatte sbagliate, come direbbe Paolo Conte. Sembra passato un secolo

Il Mido di allora, quello dei primi anni 90, per me durava una settimana. Due giorni di allestimento, quattro di fiera, l’ultimo di addii. E proprio in quegli attimi lunghi che contavano un anno, quello che ti distanziava dal Mido successivo, si consumavano i riti più semplici e sinceri. Ne ricordo uno. Con due colleghi, amici, si partiva dalla fiera con le valigie e gli ultimi pacchetti dimenticati e ci si fermava a pochi metri in piazza Virgilio, al Caffè Virgilio. Era maggio, il martedì pomeriggio verso le 16 passavano in pochi di lì. Io, i miei due amici e le tre birre consumavamo il momento in silenzio con qualche battuta sparuta, con il godimento del primo sorso e la malinconia di un evento passato con tutte le sue voci e immagini.

Poi è arrivato Cirillo Marcolin (nella foto). Da presidente Anfao e Mido ha pesato non poco sulla trasformazione di un evento importante ma non così rilevante per il panorama italiano a uno show come lo hanno voluto plasmare lui e il suo staff. Siamo così passati dalle birre in piazza Virgilio ai Negroni sbagliati del Portello e infine di Rho. Siamo diventati rilevanti a livello nazionale con coperture televisive e politici nei corridoi del salone. Abbiamo aumentato spazi ed espositori. Abbiamo finalmente lasciato alle spalle i ricordi per rincorrere il futuro. Oggi Cirillo Marcolin è stato nominato presidente Confindustria Moda un incarico prestigioso per lui e per il nostro settore: ci pone in testa al gruppo che fa il mercato, offrendo a un accessorio come l’occhiale l’opportunità di essere l’occhio del futuro per un comparto che oggi vede solo grigio.

Può rappresentare un buon auspicio questa elezione in un periodo nel quale tutta l’ottica cerca la vecchia normalità e trova solo punti interrogativi. Marcolin è un innovatore che viene dal Cadore, un uomo cui non piace stare fermo. Ama le auto sportive e le corse sulla spiaggia, ovvero la massima performance tecnologica abbinata al desiderio di spingersi sempre oltre. Presidente, per favore, spieghi ai suoi vecchi amici dell’ottica che serve un altro piccolo miracolo come quello del Mido degli anni 2000, quando ci siamo rifatti più volte il vestito senza accorgercene e ci siamo abituati troppo in fretta al fatto che ogni anno dovesse essere migliore di quello appena trascorso. Se il suo incarico, oggi, è immane, il nostro lo è altrettanto. Si sa, gli italiani danno il meglio solo quando sono alla frutta, sebbene per fortuna non ci siano ancora arrivati. Scommetto due birre al Caffé Virgilio, caro presidente, che la sua risposta non si farà attendere, anche nell’ottica.

Nicola Di Lernia

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