Coronavirus: alt ai negozi, ma i centri ottici sono aperti

Nel giorno in cui l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato la pandemia e la crescita dei contagi in Italia si è confermata elevata, il governo ha integrato il decreto di domenica scorsa: l’aggiornamento prevede che comunque i negozi di ottica potranno essere operativi, seguendo ovviamente i provvedimenti igienico-sanitari già stabiliti

Trasporti ridotti, bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetici, negozi chiusi. Sono aperti solo quelli per i beni di prima necessità come le farmacie, insieme a una lista di ampie merceologie, tra cui edicole, tabaccai, benzinai e lavanderie e nella quale figurano anche i centri ottici, alla voce “Commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia”. Giuseppe Conte lo ha annunciato mercoledì sera in diretta Facebook: la nuova stretta per il paese dovrebbe contenere la diffusione del coronavirus, ma precisa il premier che ci vorranno almeno due settimane.

Le fabbriche potranno continuare la produzione, a condizione di garantire la sicurezza dei lavoratori. «La decisione del presidente Conte merita il rispetto e la gratitudine per il grande senso di responsabilità e di equilibrio dimostrato in questa fase così delicata per il paese - si legge in un comunicato di Confindustria Lombardia - Le imprese lombarde continueranno con ancor più responsabilità a garantire la sicurezza e il rispetto delle misure a tutela della salute dei lavoratori. E Confindustria Lombardia vigilerà, in accordo con Regione Lombardia, affinché il rispetto delle disposizioni anti contagio sia una discriminante per la prosecuzione delle attività produttive».

Nel pomeriggio di giovedì 12 marzo il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha dichiarato ai media che le nuove misure prese da Conte sono sostanzialmente in linea con quanto richiesto dalla Regione più colpita dall’epidemia, ma che intende confrontarsi con il governo e con quelli che ha definito stakeholder, per valutare un eventuale, ulteriore inasprimento.
(red.)

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