Il coronavirus non ferma la produzione di eyewear

Tutto potrebbe cambiare di ora in ora: la situazione del nostro paese evolve costantemente e nuovi provvedimenti potrebbero essere presi dalle autorità sia a livello locale sia nazionale per contrastare la diffusione del Covid-19: in questi ultimi giorni le realtà dell’occhialeria, anche quelle in stretto rapporto con la Cina, appena uscita dall’epidemia, hanno cercato di garantire l’offerta ai centri ottici

Assicurare la continuità del business: è l’obiettivo delle principali aziende di eyewear in questa situazione di emergenza, come già annunciato da Luxottica, in occasione della sua ultima nota economico finanziaria. «Safilo garantisce customer care e servizi di logistica», scrive l’azienda padovana in una comunicazione ai propri clienti in Europa e nel resto del mondo. La sede di Padova è chiusa da lunedì 9 marzo a seguito del decreto. «È attivo il servizio clienti e le consegne, in quanto è consentita la libera circolazione delle merci, mentre per l’approvvigionamento facciamo riferimento alle scorte di magazzino - spiegano a b2eyes TODAY da Safilo Group – La produzione in Italia non si è fermata, ma è stata attivata la cassa integrazione ordinaria su Longarone sino a maggio».

Anche Marcolin sta agendo nel rispetto delle indicazioni sanitarie fornite dall'Organizzazione mondiale della sanità e dal ministero della Salute italiano. «L’azienda sta adottando tutte le misure preventive per proteggere i propri dipendenti ed è in costante contatto con le autorità italiane per quanto riguarda la gestione dei giorni lavorativi - precisano a b2eyes TODAY da Marcolin Group - L’attività nell'area veneta di Longarone prosegue regolarmente. Gli aggiornamenti con gli enti regionali e nazionali sono continui. Tutte le nostre azioni seguiranno prontamente l'evoluzione della situazione».

Risale alla scorsa settimana la presa di posizione di De Rigo, con l’intervento di Michele Aracri, intervistato da Giuseppe Brindisi per Tg4. «L’amministratore delegato del gruppo di Longarone si è mostrato preoccupato di fronte agli effetti negativi della diffusione del coronavirus - spiega una nota diramata dall’agenzia Klaus Davi & Co. - Chiede interventi urgenti per aiutare il comparto a sopravvivere. Priorità assoluta è la salvaguardia dei dipendenti». «Per noi è difficile, abbiamo reparti di lavoro dove lavorano centinaia di persone, dovremmo raddoppiare, triplicare i nostri spazi, è impossibile – ha detto Aracri ai microfoni del Tg4 - Da lunedì scorso (2 marzo, ndr) abbiamo attuato delle misure sicurezza all'interno dell'azienda. A Longarone abbiamo 800 dipendenti e tremila dipendenti in tutta Europa».

Silhouette, con casa madre in Austria, non ha subito particolari conseguenze a livello produttivo, non avendo rapporti con la Cina. «Nessun problema al momento in produzione né di approvvigionamento di materie prime poiché i nostri occhiali non sono realizzati con materiali che provengono dalle zone interessate dal maggior contagio - dicono a b2eyes TODAY da Silhouette Italia - È stato registrato solo qualche ritardo di consegna nel nostro paese di alcuni materiali di merchandising prodotti in zone toccate dal coronavirus». Silhouette Italia è costituita esclusivamente da uffici commerciali: i rappresentanti che operano sul territorio sono in ferie per quindici giorni a seguito dell’estensione della zona protetta a tutto il territorio italiano. «Alcuni dipendenti dello staff interno sono attualmente in ferie, altri lavorano in smart working, ma il servizio di customer service verso la nostra clientela sarà garantito da personale che si alternerà su turni di lavoro, salvo eventuali indicazioni di chiusura totale delle imprese da parte delle autorità italiane». Presso la casa madre austriaca dove è localizzata la produzione al momento non è stata presa alcuna decisione di sospensione del lavoro. «Il consiglio direttivo internazionale dell’azienda si riunisce ogni giorno per valutare di volta in volta aggiornamenti delle disposizioni non solo a livello locale ma anche presso le filiali e gli uffici commerciali del gruppo dislocati in tutto il mondo, in base all’evolversi della situazione e tenendo conto innanzitutto della salvaguardia della salute dei dipendenti dell’azienda», aggiungono da Silhouette Italia. 
Nemmeno Blackfin ha registrato problemi nell’approvvigionamento e Nicola Del Din, amministratore delegato di Pramaor, proprietaria del brand, vuole cercare di trasmettere comunque un messaggio positivo. «Fortunatamente non abbiamo avuto alcun tipo di problema né di ritardo dal momento che non ci approvvigioniamo in Cina - spiega a b2eyes TODAY - Il nostro titanio arriva regolarmente dal Giappone. Inoltre, tutti i nostri occhiali, in tutte le loro fasi di lavorazione, vengono prodotti in Italia, addirittura all'interno della nostra stessa sede di Taibon Agordino. Questo ci permette di essere svincolati da fornitori terzi e di poter gestire e garantire una regolare produzione». A livello commerciale, «gli agenti italiani di Blackfin, a parte la Lombardia, fino alla scorsa settimana riuscivano a muoversi senza troppi disagi - aggiunge Del Din - Chiaramente le nuove misure restrittive hanno cambiato totalmente lo scenario, ma vogliamo cercare di essere ottimisti».
Anche per Look–made in Italia la produzione procede regolarmente. «Al momento nessun problema visto che non dipendiamo per niente dalla Cina e i nostri fornitori di materie prime italiani ed europei sono regolari nelle consegne - afferma al nostro quotidiano Vittore Tormen, amministratore delegato dell’azienda di Longarone – Non abbiamo avuto, quindi, alcuna ripercussione sulla nostra produttività esclusivamente italiana. Siamo comunque pronti ad attuare eventuali piani di emergenza in base all’evolversi della situazione».

F.T.

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