Il digitale ci ha salvato la vita?

Una riflessione al recente evento online del Sole 24 Ore sulla retail transformation del sociologo Francesco Morace, ospite gradito anche del Progressive Business Forum di settembre, colpisce dritto al cuore proprio ora che per molti iniziano i primi bilanci del 2020 e non solo quelli economici. Perché i bilanci servono a riflettere ma pure a ripartire

“Il digitale ci ha salvato la vita”: è quanto afferma Morace. Chi ci ha aiutato di più in questi nove mesi? L’Inps, i ristori, i clienti tornati dopo la prima grande paura? Ha ragione il sociologo, la nostra dimensione digitale ci ha salvato la vita. Solo ora ci siamo resi conto di quante attività quotidiane siamo in grado di fare grazie al digitale e quante in più ne abbiamo imparate a causa delle limitazioni. L’online, anche per gli scettici da borgo medievale, ci è stato amico. E come tutti gli amici ha lati chiari e forti.

Ricordo la scena di un film famoso, Quel che resta del giorno, ambientato nell’Inghilterra a cavallo degli anni 20 e 30, in cui i due protagonisti, Emma Thompson e Anthony Hopkins, camminavano sul pontile di una baia. Entrambi si misero ad applaudire insieme alla folla quando si accese l’illuminazione pubblica. Potremmo più fare a meno oggi dell’energia elettrica e possiamo considerare il digitale un suo figlio?

Morace, sempre nell’intervento citato, parla di riconoscenza: ritiene che ci ricorderemo di chi ci ha aiutato, di chi c’era nei momenti difficili. Nei giorni del lockdown di primavera abbiamo imparato a conoscere meglio il corriere che suonava alla porta di giorno, il pizzaiolo che consegnava la pizza di sera. Abbiamo avviato abbonamenti alle piattaforme di videoconferenze, ai quotidiani online. Abbiamo prenotato la colazione da asporto nella pasticceria preferita, passando prima in edicola, sempre aperta anche quella, a comprare altri giornali. Perché non dovremmo essere riconoscenti a tutta questa gente?

Se dovessimo fondere le due parole, potremmo parlare di riconoscenza digitale, senza sminuire il valore umano che sta dietro. Chi vuole fermare questo progresso puntando l’indice sul “diavolo” Amazon commette un grave errore. Noi possiamo essere protagonisti della rivoluzione digitale che ci aspetta dietro l’angolo. Dobbiamo partire però dal sentimento della riconoscenza verso il digitale, dall’ineluttabilità della sua presenza e utilità. La tecnologia non è responsabile di come il genere umano la utilizza. L’uomo si, ottico compreso.

Nicola Di Lernia

Professione