Le optometriste italiane? Pregevoli, qualificate e senza spavalderia

Le recenti polemiche seguite a un’intervista dello storico Alessandro Barbero, noto volto televisivo, spingono a riflettere sul ruolo delle donne anche nel nostro mondo professionale

“Rischio di dire una cosa impopolare, lo so, ma vale la pena di chiedersi se non ci siano differenze strutturali fra uomo e donna che rendono a quest’ultima più difficile avere successo in certi campi. È possibile che in media le donne manchino di quella aggressività, spavalderia e sicurezza di sé che aiutano ad affermarsi? Credo sia interessante rispondere a questa domanda. Non ci si deve scandalizzare per questa ipotesi, nella vita quotidiana si rimarcano spesso differenze fra i sessi”. Queste sono le parole, riportate dai media, che Alessandro Barbero avrebbe detto durante un’intervista di qualche giorno fa: il tema era, come appare evidente, la facilità dell’accesso dell’universo femminile nelle istituzioni e, in particolare, nelle posizioni apicali.

I talk show televisivi, che devono giustificare, attirare e alimentare i proventi pubblicitari, hanno subito colto l’occasione per contendersi ospiti variamente titolati per spigolare sul retropensiero e istruire esegesi semantiche sulle parole del prof. Barbero, dominus del video accademico degli ultimi mesi: il focus delle polemiche sono le parole aggressività e spavalderia che, se nel pensiero di molti appaiono contestuali alla sfera maschile della dimensione imprenditoriale, cozzano con il garbo dolce e delicato dell’immagine femminile che abbiamo ricevuto nei secoli.

Certamente il prof. Barbero, che se limitasse la sua cinestesica presenza televisiva al tema medievale a lui caro eviterebbe il ruolo scivoloso di opinionista, ignora che nel nostro ovattato mondo optometrico la presenza femminile è, da molti anni, diffusa e apprezzata, pregevole e qualificata e, senza spavalderia, insostituibile nel conferire una ravvisabile classe.

Sergio Cappa

Professione