Moratti: l’ottico optometrista può essere centrale nella riforma sanitaria lombarda

Lo ha affermato la vicepresidente di Regione Lombardia al convegno tenutosi lunedì pomeriggio al Pirellone di Milano, che ha permesso di fare il punto sull’inserimento e la valorizzazione degli ottici optometristi nella legge regionale recentemente approvata e sull’addendum al report del Crems sui servizi oftalmici, presentato sette anni fa nella stessa sede

«Regione Lombardia guarda al vostro ruolo con attenzione: il 60% degli italiani ha problemi visivi e non lo sa, il 20% porta soluzioni ottiche inadeguate e il 40% non fa visite specialistiche come dovrebbe», ha ricordato Letizia Moratti (nella foto, al centro del tavolo dei relatori), che è anche assessore al Welfare nell’organismo regionale, alla platea del convegno “Ottici e optometristi: partecipi e attivi nella prevenzione visiva sul territorio”: nella Sala Pirelli c’erano una settantina di professionisti, ai quali vanno aggiunti gli utenti collegati in diretta streaming. «La legge di riforma del sistema sanitario lombardo vuole rafforzare la prossimità, coinvolgendo in tal senso tutte le professioni, compresa la vostra, che può essere centrale nelle Case di Comunità, ad esempio attraverso campagne informative sulle problematiche visive o con gli esami della vista, anche sotto forma di telemedicina», ha aggiunto Moratti.

Le Case di Comunità sono le nuove strutture socio-sanitarie che entreranno a far parte del Servizio Sanitario Regionale e sono previste per la presa in carico di pazienti affetti da patologie croniche: distribuite in modo capillare sul territorio lombardo, vogliono costituire un punto di riferimento continuativo per i cittadini e l’accesso gratuito alle prestazioni erogate. Si tratta, infatti, di strutture polivalenti che garantiscono funzioni d’assistenza sanitaria primaria e attività di prevenzione. Al loro interno sono presenti équipe di medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, infermieri e altri professionisti della salute che operano in raccordo anche con la rete delle farmacie territoriali. «Voi avete come punto di forza la capillarità, fondamentale per la prevenzione: vedremo cosa verrà inserito nelle Case di Comunità e come considerare il vostro ruolo al loro interno - ha sottolineato Carlo Borghetti, vicepresidente del consiglio regionale - Non va tuttavia dimenticato che nell’articolo della riforma relativo alla valorizzazione della vostra professione tra le attività sanitarie si specifica “senza oneri per la Regione”, quindi non è possibile ipotizzare formule di accreditamento pubblico o di convenzioni».

Emanuele Monti, presidente della commissione Sanità e servizi sociali, ha ricordato come la Lombardia sia finora la prima e unica regione italiana ad aver introdotto il ruolo dell’ottico optometrista nella nuova organizzazione sanitaria, iniziativa portata avanti in maniera trasversale dalle diverse forze politiche. «Adesso è necessario riempire di contenuto questa legge, ma è importante evidenziare come il lavoro sia stato fatto in condivisione con il Governo, che l’ha approvata in Consiglio dei ministri, mentre nel 2015 era stata approvata sì da Roma ma soltanto in via sperimentale: devo ringraziare l’attività di Federottica Lombardia perché tale percorso andasse avanti in questi anni», ha detto Monti.

Il presidente di Federottica nazionale, Andrea Afragoli, dopo aver ricordato la capacità dei centri ottici italiani di intercettare una quantità enorme di utenti «che si fidano di noi e che nei nostri negozi entrano facilmente, proprio perché siamo un’attività di front office, con la possibilità di rinviare all’oculista, sui circa 5 milioni di controlli visivi all’anno che effettuiamo, centinaia di migliaia di persone». Così il seme della riforma sanitaria lombarda «è destinato a germogliare: lo vogliamo fortemente, ma non tanto per noi, quanto per le molte persone che ne hanno bisogno», ha affermato Afragoli.

A.M.

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