Roma, su quasi 900 bambini un terzo necessita di controlli visivi approfonditi

Nelle scorse settimane sono stati resi noti dai promotori i risultati di una serie di screening effettuati dall’Associazione Studio e Ricerca sulla Visione, con il sostegno di Safilens, nelle scuole dell’infanzia, primaria e media dell’Istituto Comprensivo via Fabiola nella Capitale

Il progetto “Screening a scuola” risale alla primavera 2024, quando tra marzo e maggio furono coinvolti 883 studenti dai 3 ai 13 anni di tre scuole romane (nella tabella sotto) con l’obiettivo di intercettare precocemente eventuali ametropie, deficit visivi e problematiche binoculari, con uno sguardo particolare alla miopia, in costante aumento tra i più giovani: sotto la guida del presidente dell’associazione, Marco Orlandi, il team che li ha eseguiti era composto da un ortottista, un ottico optometrista e un referente organizzativo, con la presenza di un medico oculista nella fase di pre e post screening.

«La metodologia applicata nel progetto ha unito la valutazione del visus tramite ottotipo di Snellen, lo screening refrattivo oggettivo con videorefrattometro Kaleidos 2Win, esami binoculari come cover test, stereopsi e convergenza, fino all’analisi posturale per individuare eventuali posizioni anomale del capo, possibili indicatori di squilibri visivi», spiega una nota congiunta di Safilens e Associazione Studio e Ricerca sulla Visione.

Dato il corposo numero di soggetti coinvolti, la conseguente mole di dati e la volontà da parte dei promotori di tradurli prossimamente in un testo scientifico, gli esiti e la divulgazione degli screening hanno richiesto un certo quantitativo di tempo. Secondo i dati diffusi nelle scorse settimane, il 32,8% dei bambini esaminati necessita di ulteriori approfondimenti clinici, con un 22,4% che presenta un’acuità visiva ridotta al di sotto di 8/10, e un ulteriore 10% con visione inferiore a 6/10 in almeno un occhio. Tra i bambini che già indossano occhiali, solo il 45% raggiunge una visione monoculare adeguata, segno di correzioni obsolete o gestite in modo non ottimale. La miopia si conferma il disturbo visivo più diffuso, presente in oltre il 13% del campione con visus ridotto, con un’incidenza crescente nei soggetti più grandi.

Per quanto riguarda invece la frequenza dei controlli oculistici, quasi il 39% dei bambini non si sottopone a una visita da oltre due anni, mentre il 19% non ne effettua una da più di tre. Sul fronte della funzionalità binoculare, la stereopsi è risultata nella norma per il 97% dei bambini, ma sono emerse carenze nella convergenza nel 10% dei casi, disturbi della motilità oculare nel 13% e posizioni anomale del capo rilevate nel 7,8%, spesso correlate a posture scorrette e a scarsa consapevolezza propriocettiva.

«Lo studio conferma quanto uno screening visivo regolare all’interno delle scuole sia non solo utile, ma fondamentale: intercettare i segnali di disagio visivo prima che impattino sull’apprendimento e sulla qualità della vita permette non solo di correggere tempestivamente le ametropie, ma anche di creare una vera cultura della prevenzione tra famiglie, docenti e istituzioni - si legge ancora nel comunicato - La collaborazione tra professionisti della vista e della visione, scuole e aziende attente a queste problematiche dimostra quanto la sinergia tra pubblico e privato possa generare un cambiamento concreto: in un contesto in cui i bambini trascorrono sempre più tempo davanti agli schermi e sempre meno all’aria aperta, la salute visiva deve tornare al centro dell’agenda educativa e sanitaria» (foto principale tratta da Freepik).

A cura della redazione

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