La contrazione delle esportazioni italiane di eyewear riguarda in particolare il comparto occhiali da sole (-5,5% rispetto a gennaio-giugno 2024), che incide per oltre i due terzi del totale. Stabile invece il vista (+0,1%). L’Europa (+8%) si conferma l’area trainante, con una quota pari a quasi il 60% dell’export complessivo.
L’America (-23,7%) risulta la regione più colpita, soprattutto per il crollo delle esportazioni negli Stati Uniti (-34,5%), storicamente primo partner con una quota vicina al 30%. «Il calo è legato al nuovo regime di dazi, pari al 10% nel periodo di riferimento dei dati del semestre, poi innalzati al 15% da agosto, che ha reso meno competitivo l’export italiano», spiega una nota di Anfao.
A sua volta l’Asia (-7,2%) mostra diminuzioni in diversi mercati maturi, ma risultati molto positivi in Cina (+29,5%), tornata a trainare la domanda. Infine Africa (+5,2%) e Oceania (-21,3%) restano marginali in termini di peso sull’export complessivo.
«Il calo negli Stati Uniti riflette da un lato l’introduzione dei dazi doganali da parte dell’amministrazione Trump, dall’altro un clima di incertezza politica ed economica che ha frenato i consumi: pur restando la prima destinazione singola, il peso degli Usa si riduce sensibilmente, imponendo al settore una riflessione strategica sulla diversificazione dei mercati - precisa il comunicato - La Francia cresce moderatamente (+2,5%) e rimane un partner di rilievo: tuttavia le tensioni politiche interne aprono scenari di instabilità che potrebbero avere ripercussioni anche sul settore del lusso e, di riflesso, sull’occhialeria. Il paese resta comunque un mercato ad alto valore aggiunto, dove il made in Italy continua a godere di forte riconoscibilità».
Per quanto riguarda gli altri mercati di riferimento, con +6% la Germania rimane uno dei più affidabili in Europa. «La domanda, sostenuta soprattutto dalle montature da vista, riflette una buona capacità di tenuta in un contesto economico nazionale complesso, con il paese ancora vicino alla recessione - si legge ancora nella nota - La Spagna invece sorprende con una crescita a doppia cifra (+17,1%), segnalando una dinamica molto positiva: il mercato iberico mostra un interesse crescente per il prodotto italiano, sostenuto da una distribuzione in espansione e da una maggiore attenzione alla qualità e al design. Il Regno Unito continua la tendenza positiva con +3%, nonostante le incertezze post Brexit, e conferma un consolidato apprezzamento per l’occhialeria italiana, soprattutto nelle fasce premium».
La Cina si rivela «uno dei driver più promettenti del semestre: dopo anni di andamento altalenante, la ripresa della sua domanda rappresenta un segnale incoraggiante per il settore, specie sul fronte occhiali da sole e lusso - aggiunge il comunicato - In evidenza il Messico, che con un eccezionale +47% sorprende come mercato emergente: la crescita può riflettere sia una domanda locale in espansione sia un possibile ruolo del paese come hub alternativo per aggirare i dazi statunitensi, dato il contesto commerciale nordamericano. Infine paesi come Polonia (+21,3%) e Ungheria (+24,5%) rafforzano il proprio peso, dimostrando che anche mercati più piccoli possono garantire contributi rilevanti allo sviluppo complessivo, mentre Turchia e Paesi Bassi, entrambi in crescita a doppia cifra, ribadiscono la tendenza di diversificazione dell’export verso mercati non tradizionali».
Per quanto concerne il mercato interno, secondo i dati GfK-Nielsen IQ nel primo semestre 2025 il canale ottico mostra un aumento del +3,2% in valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, arrivando a 1,9 miliardi di euro (nella tabella sopra). «Si tratta di un segnale positivo in un contesto di consumi nazionali che rimane fragile, ma che conferma la resilienza del comparto ottico - sottolinea la nota - L’incremento è trainato in particolare dal segmento vista, montature e lenti oftalmiche, che continua a rappresentare la parte prevalente della spesa dei consumatori italiani nei centri ottici. La domanda di occhiali da sole risulta invece più debole, risentendo sia di fattori stagionali sia di un orientamento crescente verso acquisti più razionali e mirati. Per il settore la tenuta del mercato domestico assume un valore strategico: pur rappresentando una quota inferiore rispetto ai grandi mercati europei, l’Italia continua a essere un laboratorio importante per testare tendenze e nuove proposte di prodotto».
Le prospettive per la seconda metà del 2025 vanno analizzate alla luce di un contesto che resta sfidante. Secondo l’associazione di categoria, il peso dei dazi statunitensi e le tensioni politiche in Francia costituiscono fattori di rischio, ma la solidità dell’Europa, i segnali di ripresa dall’Asia, in particolare dalla Cina, e le crescite sostenute nei mercati emergenti possono aprire scenari di cauto ottimismo per la seconda parte dell’anno.
«I dati del primo semestre ci restituiscono un quadro complesso: da un lato la contrazione negli Stati Uniti, colpiti dai nuovi dazi, dall’altro i segnali incoraggianti provenienti dall’Europa e dai mercati emergenti. L’occhialeria italiana ha dimostrato nel tempo una straordinaria capacità di resilienza, ma non possiamo affrontare da soli uno scenario globale così incerto - commenta nel comunicato la presidente di Anfao, Lorraine Berton (nella foto principale) - Chiediamo con forza alle istituzioni italiane ed europee di accompagnare le nostre imprese con politiche industriali e commerciali adeguate, capaci di tutelare il made in Italy e di sostenerne la competitività sui mercati internazionali: servono strumenti concreti a favore dell’innovazione, della sostenibilità e della promozione all’estero. Il nostro settore rappresenta un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo e continuerà a impegnarsi per crescere e innovare, ma è indispensabile che ci sia un impegno comune, pubblico e privato, per difendere e rafforzare questo patrimonio unico del paese».
A cura della redazione