Leone d’oro 2022, attivismo e ribellione visti attraverso gli occhiali

All the Beauty and the Bloodshed di Laura Poitras è il vincitore della 79esima edizione del Mostra del cinema di Venezia, che si è conclusa sabato scorso: documentario ambientato negli anni 80, non potevano non essere presenti le montature dell’epoca

La presidente della giuria del Festival di Venezia, l’attrice Julianne Moore, è stata molto coraggiosa e ha sorpreso tutti con l’annuncio del Leone d’oro non a un film ma a un documentario: All the Beauty and the Bloodshed di Laura Poitras, che racconta la vita travagliata di Nan Goldin, fotografa, artista e attivista americana, attraverso migliaia di foto, reportage e confessioni scandalose.

Nell’opera, oltre alla bellezza delle immagini della New York underground anni 80, colpiscono gli occhiali creativi indossati in quel periodo dai vari personaggi trasgressivi, a cominciare da Goldin. Occhiali che ancora oggi sono fonte d’ispirazione e che nel film accompagnano lo spirito ribelle, ironico e leggero con cui la protagonista affronta anche le sue lotte più importanti, come la storica protesta-performance, con il lancio di migliaia di pillole colorate, al Met e al Guggenheim contro la famiglia Sackler, grande sponsor dei maggiori musei in tutto il mondo e anche proprietaria di Purdue Pharma, ritenuta responsabile dell’epidemia mortale causata dai pericolosissimi oppioidi antidolorifici.

«La fotografia mi ha salvato spesso la vita - confessa Nan - Ogni volta che ho passato un periodo traumatico sono sopravvissuta scattando. Il mio lavoro si basa sulla memoria. Per me è fondamentale avere un ricordo della gente che ho conosciuto, specialmente di chi mi è stato vicino, per consentirgli di vivere per sempre».

Rosaria D’Amico

Eventi