Dopo le tappe di Milano e Mestre, l’azienda è approdata nella città etnea con l’evento “I genitori e la salute visiva dei loro bambini: cosa pensano le famiglie italiane sulla gestione della miopia”, ospitato presso Isola Catania. L’incontro (nella foto), introdotto e moderato da Jithin Vattolil, medical advisor di EssilorLuxottica wholesale Italia, ha riunito i principali protagonisti che intervengono nel percorso di cura e prevenzione della miopia nei bambini. Tra gli interventi, quello di Alessandra Barzaghi, marketing director lenses di EssilorLuxottica wholesale Italia, che ha sottolineato come EssilorLuxottica e Angiolucci Occhiali, insegna di lunga tradizione del territorio catanese, condividano gli stessi valori fondamentali, ovvero «una profonda radice nella tradizione con uno sguardo costante verso il futuro, l’attenzione per l’innovazione e le nuove tecnologie, e la convinzione che la formazione continua sia la chiave per garantire ai clienti la migliore esperienza visiva possibile», ha detto Barzaghi, riaffermando inoltre l’importanza del ruolo dei centri ottici come interlocutori nella diffusione di una cultura della prevenzione visiva sul territorio.
L’evento ha offerto l’occasione per approfondire il fenomeno della cosiddetta “miopidemia”: secondo le stime, su scala globale, entro il 2050 una persona su due sarà miope. «La prevenzione è fondamentale, ma serve anche un controllo costante della progressione miopica - ha ricordato Barzaghi - Solo un lavoro congiunto tra professionisti e famiglie può essere realmente efficace».
A supportare questa necessità è arrivata la ricerca Ipsos condotta per EssilorLuxottica, che ha coinvolto 1.000 famiglie italiane, rivelando che il 35% di esse ha almeno un bambino miope: un genitore su tre, tuttavia, non ha ancora chiaro cosa sia realmente la miopia e quanto possa evolvere rapidamente se non trattata.
Teresio Avitabile, direttore della Clinica Oculistica dell’Università di Catania e presidente della Società Italiana Scienze Oftalmologiche, ha commentato i dati sottolineando come «più si è miopi, più aumentano i rischi di complicanze come distacco di retina e maculopatia». L’oftalmologo ha ricordato anche che «la prima visita oculistica andrebbe eseguita fin dalla nascita e poi proseguita in collaborazione con pediatri e scuole».
Antonio Longo a sua volta, professore ordinario della Clinica Oculistica dell’ateneo catanese, ha evidenziato come «la prevalenza della miopia sia passata dal 25% nel 2000 al 35% oggi», ha detto, e che nei bambini più piccoli si osserva una crescita significativa dei casi, soprattutto a causa del tempo trascorso davanti agli schermi. «Nei paesi orientali la scuola ha introdotto l’obbligo di trascorrere almeno due ore al giorno all’aperto, un’abitudine che riduce il rischio di miopia», ha spiegato Longo.
Dal mondo pediatrico è arrivato il contributo di Filippo Di Forti, pediatra di famiglia e segretario della Federazione pediatri di Catania, che ha ribadito il ruolo cruciale di tale figura nel percorso di prevenzione.
Durante il dibattito, gli esperti hanno illustrato le soluzioni oggi disponibili per la gestione della miopia, dalle lenti a contatto all’atropina a basse concentrazioni, in Italia disponibile come preparazione galenica, fino alle lenti oftalmiche a defocus, come quelle basate sulla tecnologia H.A.L.T.. Per l’occasione è stato, inoltre, presentato il libretto Missione Occhi dei Bimbi, realizzato per accompagnare le famiglie nella crescita visiva dei figli e per fornire informazioni utili a riconoscere i segnali precoci della miopia.
A ribadire l’importanza del ruolo dei centri ottici nel percorso di educazione visiva è intervenuto infine Fabio Angiolucci, ceo di Angiolucci Occhiali. «Ogni persona merita una visione chiara, confortevole e protetta nel tempo - ha dichiarato l'imprenditore ottico siciliano - Per questo investiamo costantemente in tecnologie all’avanguardia e nella formazione dei nostri professionisti, mantenendo un approccio profondamente umano e personalizzato, fondato sull’ascolto e sulla cura di ogni singolo cliente».
A cura della redazione