Presbiopia: sottovalutata dagli italiani, ma le soluzioni ci sono

È emerso in occasione della conferenza stampa che si è tenuta ieri a Milano presso lo Sheraton Diana Majestic, moderata dalla giornalista scientifica Michela Vuga, alla presenza di una trentina di persone, tra giornalisti consumer e trade e addetti ai lavori

Molti aspetti noti ma sottovalutati: la presbiopia rappresenta per gli italiani un problema visivo ancora poco accettato, seppure, come ha sottolineato Luigi Mele, medico chirurgo oculista presso l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli di Napoli, in apertura dei lavori descrivendolo nel dettaglio, «tutti dopo i quarant’anni sono destinati a diventare presbiti». Mele ha poi spiegato nel dettaglio che cos’è l’accomodazione, per poi  introdurre le lenti progressive, anche dal punto di vista tecnico, illustrandole come la soluzione per vedere a tutte le distanze, «a differenza degli occhiali premontati, che consentono però solo di vedere a 40 centimetri di distanza», ha precisato l’oftalmologo napoletano.
«E cosa succede quando si diventa presbiti?», ha chiesto Vuga a Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmologica Italiana. «Sulla presbiopia c’è molta disinformazione - ha detto Piovella - Dobbiamo convincere le persone a fare qualcosa per migliorare la propria qualità di vita soprattutto con una soluzione visiva adeguata: oggi non è possibile andare in giro con cinque paia di occhiali perché molto scomodo e non è consigliabile adottare un premontato poiché quasi sempre gli occhi hanno un potere diverso l’uno dall’altro». Piovella ha, infine, ricordato che quando compare la presbiopia è obbligatorio eseguire una visita oculistica di controllo. «Un passaggio estremamente positivo, anche perché potrebbe individuare precocemente la presenza di eventuali patologie», ha sottolineato in chiusura del suo intervento.
Vuga ha poi introdotto come principale soluzione alla presbiopia le lenti progressive. Ne ha parlato Paolo Pettazzoni, presidente di Anfao Gruppo Lenti, che ha messo in luce l’importanza della personalizzazione delle multifocali. «Quando dico su misura non mi riferisco solo alla correzione ottica, ma va tenuto conto di tutta una serie di parametri misurati sul portatore e che includono per esempio i dati biometrici e la montatura scelta, consentendo una visione ottimale per vicino, lontano e a distanza intermedia», ha precisato Pettazzoni.
Seppur esistano queste soluzioni, gli italiani non conoscono ancora bene la possibilità di dotarsi di lenti progressive personalizzate o perché non le conoscono o conoscono solo quelle di vecchia generazione. A rivelarlo i dati introdotti da Marco Procacciante, amministratore delegato di Vision Group. «Le persone che nel mondo portano occhiali per correggere la presbiopia sono 2,2 miliardi, mentre in Italia sono circa 28 milioni i presbiti - ha detto il manager milanese - Nel nostro paese il numero di progressive che si vendono in rapporto al numero totale di lenti è intorno al 20%, la Francia per esempio è sopra il 40%, mentre la media europea è del 31%. Come interpretare questo dato? Significa che in Italia si utilizzano ancora soluzioni troppo semplici o superate rispetto alla tecnologia attuale che oggi, grazie alla personalizzazione, tenendo conto di prescrizione, montatura e condizioni di utilizzo, e insieme alla professionalità di tutti gli attori della filiera, consente di rendere unico un occhiale» (nella foto, da sinistra, Vuga, Procacciante, Mele, Piovella e Pettazzoni durante l'evento).
F.T.

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